L'MPS lancia un appello per prossima la seduta del Gran Consiglio: «Si faccia comunque». E cerca 30 adesioni
BELLINZONA - L'arena politica è chiusa per virus. E alcuni deputati ne sentono la mancanza. La prossima seduta del Gran Consiglio - quella del 4 maggio - secondo l'MPS dovrebbe tenersi comunque, nonostante l'indicazione contraria del medico cantonale.
In una lettera inviata oggi al presidente del Parlamento Claudio Franscella, i tre deputati del gruppo MPS-POP-Indipendenti chiamano a raccolta i colleghi. La decisione del governo di annullare la seduta trova contrari i firmatari - Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori - ma anche «molti altri parlamentari» stando alla lettera.
La legge sul Gran Consiglio, ricorda l'MPS, prevede che una seduta possa essere convocata da un numero minimo di trenta deputati. Il partito lancia quindi un appello «a tutti coloro che sono d'accordo nel chiedere che la seduta si svolga» affinché si facciano avanti.
Secondo i tre deputati è urgente che si tenga «una discussione di fondo sulla pandemia, sul modo in cui la si è affrontata, sulle prospettive di “allentamento”» si legge nella lettera. Il Parlamento, ricorda l'MPS, in queste settimane «non ha mai avuto la possibilità di discutere di uno dei più gravi eventi degli ultimi decenni».
La seduta - propone l'MPS - potrebbe tenersi nella forma di una video-conferenza, per ottemperare alle norme di sicurezza. Anche se, sottolinea la lettera, «la popolazione si sarà chiesta come mai negli stessi giorni si ipotizzi il ritorno a scuola di migliaia di studenti, e non si possa riunire un gruppo di novanta persone».