La pandemia ha mostrato molti punti deboli del sistema attuale, affermano: è ora di voltare pagina
BELLINZONA - La pandemia da coronavirus ha fatto emergere molti punti deboli nel nostro sistema sanitario, economico e sociale.
Lo sostengono i Giovani Verdi del Ticino che, in occasione della Giornata internazionale del lavoro, fanno alcune considerazione e avanzano rivendicazioni fondamentali.
«Innanzitutto, la retorica del "ci siamo dentro tutti e insieme ce la faremo!" si è rivelata opportunista, in quanto in più occasioni abbiamo visto mettere gli interessi dell’economia davanti a quelli di lavoratrici e lavoratori. Inoltre, nelle misure messe in atto per far fonte all’emergenza è apparsa evidente la distinzione tra cittadini di serie A e B, e per di più alcune categorie di persone sono rimaste palesemente invisibili a qualsiasi forma di intervento. Oltretutto, ancora non si è sentito parlare di salvaguardare dell’ambiente; miopi nell’evidenza, che se la terra è malata i suoi abitanti non possono di certo essere in piena salute».
Le rivendicazioni - Si parte dalla richiesta del riconoscimento dei diritti delle donne. «Una buona parte della classe lavoratrice che si è trovata in prima linea nella crisi sanitaria è retta da donne. Donne che, soprattutto in Ticino, sono state escluse dalla stanza dei bottoni, ma che sono ben presenti in settori che offrono paghe da fame e condizioni precarie». Se davvero vogliamo ripartire verso un sistema diverso, non dimentichiamoci dei loro diritti, affermano i Giovani Verdi, come di quelli di coloro che «da troppo tempo rivendicano condizioni lavorative dignitose».
Viene chiesta anche l'immediata istituzione di un reddito di base incondizionato, «finanziato tra le altre cose da un’imposizione progressiva sui redditi da capitale». Infine, «è importante ricordarci che non possiamo ripartire a spese dell’ambiente e che è imperativo investire oggi nella creazione di nuovi posti di lavoro occupati da manodopera locale, per permetterci di effettuare la svolta energetica tanto agognata. È un’opportunità che non dobbiamo farci sfuggire, soprattutto perché altrimenti le conseguenze saranno pagate sempre e ancora dalle fasce più fragili. Rivendichiamo un’azione politica immediata per far fronte al debito climatico che ci toccherà supportare negli anni avvenire. Non abbiamo più tempo!»