I democentristi si scagliano contro il DECS e Manuele Bertoli parlando di «scelta azzardata»
Nel mirino sono finite le storie e gli slogan a sfondo ecologista contenute nel nuovo diario scolastico, distribuito a migliaia di giovani studenti.
BELLINZONA - La prima polemica dell'anno scolastico è servita. In una presa di posizione, l'UDC ticinese ha puntato il dito contro il DECS e Manuele Bertoli accusandoli di aver trasformato l'agenda scolastica in un «manuale di lotta alla Che Guevara, pagato con i soldi dei contribuenti e imposta a tutti gli allievi giovani in tutto il Cantone».
Il primo "j'accuse" era stato lanciato ieri, al suono della prima campanella dell'anno, sui social dal deputato Paolo Pamini, che aveva messo nel mirino pagine e slogan a tema ecologista contenuti nell'agenda. Il partito oggi rincara la dose, parlando a sua volta di «indottrinamento di sinistra e istigazione al non rispetto delle istituzioni».
Presentato nelle scorse settimane, il nuovo diario ufficiale contiene dodici storie legate alla questione della crisi climatica e altre problematiche. L'agenda stessa è stampata su carta riciclata e utilizzando inchiostri a base di materie prime rinnovabili.
L'agenda è stata distribuita in tutte le scuole medie, così come alle quinte classi elementari degli istituti comunali, alle scuole speciali e agli allievi al primo anno delle medie superiori. E per l'UDC si tratta di una «scelta azzardata» che espone «delle ragazzine e dei ragazzini tanto giovani a contenuti comunicativi così unilateralmente ideologizzati, che non sono ancora completamente in grado di processare compiutamente».
Sulla questione si sono espressi nel tardo pomeriggio anche i Giovani UDC, che in una lettera aperta hanno chiesto al Consiglio di Stato il ritiro dell'agenda.