Un'interrogazione di Sabrina Aldi, Laura Riget e Fiorenzo Dadò chiede al governo di chinarsi sul calo demografico
Gli interroganti propongono al Consiglio di Stato di implementare un «monitoraggio integrato dell'evoluzione della popolazione».
BELLINZONA - Una «trasformazione epocale della struttura della popolazione ticinese» che richiede una «chiara risposta delle nostre istituzioni». A suonare il campanello di allarme è un'interrogazione interpartitica presentata oggi al Consiglio di Stato dai deputati Sabrina Aldi (Lega dei Ticinesi), Laura Riget (PS) e Fiorenzo Dadò (PPD).
«Le stime dicono che» il Ticino «perderà oltre 18'000 abitanti nei prossimi 30 anni, in un contesto nazionale di forte crescita demografica complessiva: questo è evidentemente un problema cruciale», scrivono i tre granconsiglieri, invitando l'esecutivo cantonale a riflettere sulla questione e proponendo l'introduzione di un «monitoraggio integrato dell'evoluzione della popolazione».
A preoccupare gli interroganti non è solo il calo demografico, ma il conseguente squilibrio che questo andrà a generare. Da un lato c'è il fenomeno della "fuga di cervelli" dei giovani, che scavalcano le Alpi e non fanno ritorno in Ticino. Dall'altro l'ulteriore invecchiamento della popolazione. Uno scenario caratterizzato da una «vera e propria carenza di manodopera» e «costi enormi per lo Stato», scrivono i tre firmatari dell'interrogazione, chiedendo al Governo in quale modo la «politica familiare, di promozione economica, salariale, immobiliare, di accoglienza di persone di altri cantoni o di altri paesi, potrebbe contribuire a limitare il calo demografico».
Le domande dell'interrogazione