Il sindaco critica la corsa elettorale in cui spicca «chi riesce a dipingere la città nel modo più brutto e decadente»
LUGANO - Forse perché un sindaco ha a disposizione quattro (stavolta cinque) anni per dire la propria, non si sono lette molte prese di posizione di Marco Borradori durante questa campagna. È un po' l'eccezione il contribuito che il sindaco di Lugano ha mandato in esclusiva a Ticinonline per... togliersi alcuni sassolini dalle scarpe.
Che la contesa metta a confronto chi evidenzia i risultati ottenuti durante la legislatura e chi tenta di sminuirli, per il sindaco di Lugano ci sta: «È una normale dinamica democratica». Ma stavolta, aggiunge, «leggendo alcune prese di posizione delle ultime settimane, anche di partiti che siedono a tutti gli effetti nella stanza dei bottoni, mi chiedo se abitiamo nella stessa città». Nel concerto di campane Borradori vede «una corsa a chi a chi la spara più grossa. A chi riesce a dipingere Lugano nel modo più brutto, decadente e depresso possibile. E allora dagli con la retorica disfattista della città immobile, grigia, inconcludente, disabitata, senza infrastrutture e che perde un pezzo al giorno. In certi articoli mancano solo la carestia e le cavallette, per completare il quadro. Ma questa non è la nostra Lugano, quella reale che viviamo tutti i giorni».
Il sindaco parla di una città meno in crisi di quanto si legga: «Personalmente rifiuto categoricamente questa tiritera lugubre che ci viene propinata dai profeti del declino. Lugano ha i suoi problemi, ci mancherebbe, e li abbiamo sempre affrontati, talvolta bene e talvolta meno, ma da qui a dipingerla come una periferia povera e depressa, ce ne passa. Il problema è che questo ritornello distruttivo e lamentoso fa forse gli interessi di qualcuno ma fa male alla città».
Il contributo integrale nella rubrica Elezioni 2021.