Nella capitale si sta tenendo una riunione plenaria per promuovere la parità di genere in Svizzera.
«Per un'uguaglianza a tutti gli effetti la parità salariale è indispensabile», ha spiegato Simonetta Sommaruga. Che ha confidato: «Io stessa sono stata discriminata».
BERNA - Dodici donne ticinesi, tra cui tre rappresentanti della Commissione consultiva per le pari opportunità, vanno in trasferta a Berna per la sessione delle donne che si svolge a Palazzo federale tra oggi e domani. È la seconda sessione femminile nella storia del nostro paese, dopo quella del 1991, che vede coinvolte 246 donne attualmente riunite nella sala del Consiglio nazionale per discutere in plenaria misure concrete per promuovere la parità di genere in Svizzera.
Una sfilza di anniversari - Nell’anno in cui ricorrono i 50 anni dall’introduzione del diritto di voto e di eleggibilità alle donne svizzere, i 40 anni dall’adozione dell’articolo costituzionale che sancisce la parità tra uomo e donna di diritto e di fatto, nonché la parità salariale (art. 8 cpv. 3), i 30 anni dal primo sciopero nazionale delle donne e i 25 anni dall’entrata in vigore della Legge federale sulla parità dei sessi (LPar), le donne si uniscono nuovamente per un’azione comune volta a promuovere proposte concrete per la parità di genere in Svizzera.
Le ticinesi a Berna - Oltre a tre rappresentanti della Commissione consultiva per le pari opportunità, Davina Fitas (Presidente), Françoise Gehring e Luigina La Mantia, la delegazione ticinese che partecipa alla Sessione delle donne 2021 è composta da: Aida Demaria, Lorena Gianolli, Laura Guscetti, Marialuisa Parodi, Laura Riget, Lavinia Sommaruga, Cristina Zanini Barzaghi, oltre a Véronique Arlettaz, membra della Commissione federale per le questioni femminili, e Marina Carobbio, Consigliera agli Stati e già Presidente del Consiglio nazionale (2018-2019), designata quale una delle quattro co-presidenti della Sessione.
Gli obiettivi - Durante il momento “Open-Mic” previsto questa sera a partire dalle ore 18.00, alcune rappresentanti della delegazione ticinese prenderanno la parola per sottolineare la necessità di intervento in relazione alla disparità salariale, ancora più accentuata in Ticino in quanto i salari sono più bassi rispetto alla media svizzera, all’imposizione individuale, al prolungamento della protezione dal licenziamento per le donne che rientrano dal congedo maternità e all’attuazione degli obiettivi previsti dall’agenda 2030 dell’ONU per uno sviluppo sostenibile, in particolare l’obiettivo 5 sull’uguaglianza di genere.
Sommaruga: «Io stessa discriminata» - Una delle prime ad intervenire alla sessione delle donne è sta la consigliera federale Simonetta Sommaruga. La quale ha sottolineato che per progredire nell'uguaglianza di genere, la parità salariale è una condizione essenziale. «Siete mai state discriminate nella vita?», ha chiesto retoricamente la Sommaruga durante il suo discorso nella sala del Consiglio nazionale. «Io stessa sono stata pagata meno di un collega al mio primo lavoro. Dopo due anni, ho osato chiedere un aumento e l'ho ottenuto. Ma guadagnavo comunque meno del mio predecessore», ha detto Simonetta Sommaruga. «Affinché qualcosa cambi nelle mentalità, sono necessari innanzitutto salari uguali. Finché le donne guadagneranno meno solo perché sono donne, ci sarà discriminazione», ha aggiunto.
Amherd: «Chi non chiede nulla non ottiene nulla» - «Sono lieta che il Parlamento sia oggi interamente nelle mani delle donne», ha invece detto un'altra "ministra", quella della difesa Viola Amherd. A suo avviso le donne sono ancora troppo poche in determinati settori e ha quindi invitato tutte a lanciarsi in campi tradizionalmente maschili come il MINT (matematica, informatica, scienze naturali e tecnologia) o l'esercito. Per quanto riguarda il suo Dipartimento, sono stati fatti passi avanti, ma la presenza femminile può essere incrementata. Amherd ha poi incoraggiato le donne ad esporre le loro rivendicazioni. «Le donne che non chiedono nulla sono prese in parola: non ottengono nulla», ha detto citando la scrittrice e filosofa francese Simone de Beauvoir.
Keller-Sutter: «La violenza domestica è ancora una triste realtà» - La terza consigliere federale donna, Karin Keller-Sutter ha affrontato il tema della violenza domestica e sessuale. La violenza domestica è ancora una triste realtà per molte donne nonostante l'introduzione della prima legge per combatterla 20 anni fa, ha detto la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). Oggi, il 70% delle vittime sono donne e si registra un decesso ogni cinque settimane.
Il programma e la documentazione relativi alla sessione delle donne e sono consultabili tramite questo link. Inoltre, la diretta in streaming è trasmessa su Youtube.