Le risposte su mobilità transfrontaliera, quartieri di confine e rapporti con le istituzioni cantonali e locali
COMO - Tra pochi giorni si voterà a Como per il rinnovo dell'amministrazione comunale. Il primo turno è in programma domenica 12 giugno, l'eventuale ballottaggio due settimane più tardi, il 26 giugno.
In previsione del voto abbiamo inviato alcune domande agli otto candidati alla poltrona di sindaco, su temi di diretto interesse anche per il lettore ticinese. Solo due candidati hanno scelto di rispondere: Roberto Adduci (rappresentante del Comitato Assemblee Popolari) e Adria Bartolich (alla testa di una coalizione formata da Civitas e Il Bene Comune). Di seguito le domande inoltrate ai candidati e le rispettive risposte.
Quali progetti ha per i quartieri più vicini al confine, ovvero Ponte Chiasso, Sagnino e Monte Olimpino?
Adduci: Come gruppo politico che opera suddividendosi in assemblee di quartiere abbiamo ribadito diverse volte la volontà di arrivare insieme a una decisione comune, una sintesi che tenga conto delle diverse necessità dei quartieri. Secondo il nostro modesto parere la campagna elettorale è un momento dedicato alla ricerca del consenso del quale invece noi non ci preoccupiamo; quindi non vi diremo quanto sarà bello il quartiere di Ponte Chiasso, di Sagnino e di Monte Olimpino durante la nostra amministrazione. Inoltre risulteremmo false e ipocrite (ciò che non siamo) in quanto dalle amministrazioni uscenti si ereditano alcuni elementi che al momento non sono valutabili.
Sicuramente affronteremo il tema dei quartieri coinvolgendo direttamente le persone: come primo passo renderemo di nuovo attive le assemblee di zona supportandole con tutti gli strumenti necessari per garantire il loro migliore svolgimento.
Bartolich: Credo sia necessario migliorare e valorizzare la parte della Dogana e l'ingresso in Italia. Ponte Chiasso, il primo quartiere della città di Como che si trova immediatamente a ridosso della dogana, è in cima alle nostre priorità. È attraversato da un traffico intenso di carattere internazionale, non ha una piazza dove gli abitanti del quartiere possano ritrovarsi né ha spazi dedicati ai giovani e alle associazioni di diverso genere, non ultime quelle per gli anziani. È necessario perciò dotare quella zona d'infrastrutture, anche in accordo con i livelli di governo superiori trattandosi di una zona doganale, appunto, in modo che anche il traffico della dogana commerciale non impatti pesantemente sulla zona. La creazione di una piazza vivibile sia a Ponte Chiasso, come a Sagnino sarà la nostra priorità.
Come affronterà, se dovesse essere eletto/a, il tema della mobilità transfrontaliera?
Adduci: Possiamo considerare la mobilità transfrontaliera legata a due utenze importanti: da una parte l’utenza pendolare, la quale una volta elettrificata la Como-Lecco si potrà inserire un cadenzamento dei treni tra Cantù, Erba, alta Brianza fino a Lugano, Locarno, fino a Varese passando per la Svizzera e quindi con collegamento a Mendrisio. Dall’altra il traffico delle merci: nel 1994 la Svizzera ha indetto un referendum nel quale ha deciso di spostare la merce non più su camion e tir ma su treno. A oggi il 70% delle merci in Svizzera si sposta su rotaia. In Italia e a Como siamo rimasti indietro di circa 30 anni e mentre la Svizzera con il progetto Alp Transit ammoderna e migliora le capacità infrastrutturali delle ferrovie del Gottardo e del Sempione noi abbiamo investito nello scempio speculativo della Tremezzina.
Bartolich: Questo è un tema molto complicato. Servono spazi destinati a parcheggio sia per gli abitanti che per i molti frontalieri che lasciano la macchina a Ponte Chiasso per poi prendere il treno a Chiasso per avvicinarsi al luogo di lavoro. Certo dovrebbe essere utilizzata meglio - e senza la presenza quasi costante dei vari cantieri - l'autostrada A9 Como-Chiasso. Probabilmente degli accordi bilaterali tra Italia e Svizzera e intercomunali tra Chiasso e Como che prevedessero una intensificazione di mezzi pubblici nelle ore di punta migliorerebbero sia la vita dei lavoratori frontalieri che quella dei residenti delle zone attraversate dall'intenso traffico dovuto ai loro spostamenti, sia in Svizzera che in Italia.
C'è un ambito nel quale le relazioni con le istituzioni ticinesi (locali o cantonali) vanno approfondite e/o migliorate?
Adduci: Siamo abbastanza giovani da non ricordarci la città di Como se non chiusa dentro se stessa. Orgogliosa della sua ottusità spadroneggia indifferente per difendere i suoi bigotti interessi. In generale l’essere umano fino a oggi non ha dimostrato grandi doti nelle relazioni istituzionali, né al proprio interno né tantomeno all’esterno. È evidente: esiste un’antipatia reciproca che nulla ha a che vedere con il sentire comune. È frutto di una propaganda volta ad attirare discepoli e a cercare di controbilanciare i rapporti di forza della politica locale (questione frontalieri, questione multe non pagate oltreconfine, ecc).
Si dovrebbe cominciare ad affrontare il discorso seriamente ampliando la discussione per poter fare un ragionamento completo sul piano socio-culturale da cui entrambe le parti possono trarre benefici. Si provi a pensare a quante potenzialità sarebbe possibile esprimere collaborando insieme ad attività culturali sul territorio.
Bartolich: È importante che i rapporti tra le istituzioni italiane e ticinesi siano costanti, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori frontalieri ma anche sui temi della mobilità e dei trasporti. .