I deputati socialisti pongono alcune domande sul progetto pilota fra l'ospedale di Locarno e la clinica Santa Chiara
LOCARNO - L’ospedale La Carità di Locarno e la clinica Santa Chiara avvieranno un progetto pilota per approfondire la possibilità di una futura collaborazione in ambito ginecologico e ostetrico.
Sul tema, i deputati socialisti del Gran consiglio Laura Riget (prima firmataria) Fabrizio Sirica, Ivo Durisch e Danilo Forini hanno presentato un'interpellanza. «L’importanza del progetto impone di approfondire alcuni concetti di fondo - scrivono - Come riporta il titolo dell’atto parlamentare, una strategia spesso usata dal settore privato (a ragione, dal loro punto di vista) è quello di specializzarsi nei settori più redditizi, abbandonando, o meglio scaricando, al settore pubblico quelli più onerosi». Per i deputati socialisti, l'operazione va in questa direzione: «Privatizzazione degli utili agli azionisti della clinica - precisano - con un comparto redditizio, quello della ginecologia operatoria, e lo scarico del settore con meno margine al pubblico, ossia l’ostetricia. Mal si capisce questa strategia da parte del settore pubblico, che semmai dovrebbe migliorare la sua offerta rafforzando le sinergie al suo interno e non esternalizzando servizi importanti».
Per i componenti del Gran consiglio ci si trova di fronte a «un chiaro indebolimento dell’ente ospedaliero cantonale, a tutto vantaggio del partner privato. La strategia dell’EOC, di concentrare le offerte altamente specialistiche garantendo nel contempo la presa a carico di base su tutto il territorio anche nel campo della ginecologia e ostetricia, è condivisibile. Non si capisce quindi, come mai l’ospedale pubblico dovrebbe cedere una parte delle proprie attività, frammentando di fatto ulteriormente l’offerta, senza sicuri benefici dal punto di vista della qualità delle cure, della sicurezza delle e dei pazienti e dei costi sanitari. Qual è il vantaggio per l’EOC in questa strategia di salvataggio? Si vedono chiaramente quelli citati per il privato, ma per l’ente pubblico, quali sono?»
Infine, i deputati socialisti pongono diverse domande: «Quali sono i termini dell'accordo e le basi giuridiche su cui si fonda il progetto? Da quando è in corso la trattativa?
Come si inserisce questo progetto pilota nell’ambito della nuova pianificazione ospedaliera, dal momento che il Consigliere di Stato De Rosa ha pubblicamente dichiarato di presentare il relativo messaggio entro la fine di quest’anno? A livello strategico, non si ritiene che questo progetto, qualora si concretizzasse, indebolirebbe il settore pubblico? Riformulando più esplicitamente e invertendo la questione: considerate le difficoltà della Santa Chiara, è già stata discussa all’interno dell’EOC la possibilità di acquisto della struttura?
Nel 2023 la clinica luganese Moncucco integrerà la clinica Santa Chiara (quello che doveva fare l’EOC), nascerà così il gruppo ospedaliero Moncucco SA. Non si ritiene che un momento di così grande cambiamento per la struttura privata, questo progetto pilota possa generare ulteriori difficoltà nella collaborazione? Da questa operazione sembra che si voglia, come ente ospedaliero, fungere da stampella per le realtà private. Allora la domanda sorge spontanea: l’ente pubblico come si relaziona al privato? Qual è la visione strategica? Assumersi i cattivi rischi e lasciare libero il campo nei settori più redditizi? Quali sono i margini di risparmio di questa operazione? Come verranno monitorati i costi e i ricavi (che andranno in tasca agli azionisti) della struttura privata?».
E ancora: «Le pazienti prese in carico presso l’ospedale pubblico saranno “dirottate” verso la struttura privata per quel che concerne la ginecologia clinica? Oggi gli interventi ginecologici complicati sono effettuati presso l’ospedale regionale di Lugano e la senologia a Bellinzona e Lugano. Se in futuro essi saranno eseguito presso la clinica Santa Chiara, non c’è il rischio che la senologia presso gli ospedali regionali di Bellinzona e di Lugano venga indebolita? Con quanti medici (primari, capiclinica, medici assistenti, ecc.) s'intende garantire il servizio di ostetricia all’Ospedale regionale di Locarno?».
Sull'argomento intervengono con un'interpellanza anche i parlamentari di Mps Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori. «È evidente a ogni persona di buon senso - scrivono - che, da un punto di vista di costi, l’ostetricia sia meno “redditizia” della chirurgia ginecologica per tutta una serie di ragioni, a cominciare dal fatto che le nascite non possono essere programmate. Al contrario, la stragrande maggioranza degli interventi ginecologici sono elettivi, si possono pianificare e permettono quindi “un’allocazione delle risorse”, come suggeriscono gli esperti, che permette una forte redditività». Da qui, le domande rivolte al Consiglio di Stato: « Non ritiene che questo progetto sia in contraddizione con il parere espresso dalla popolazione ticinese nella votazione popolare del 2016? Come si prevede di affrontare, all’interno del progetto pilota, quei casi d’ostetricia che impongono anche delle azioni ginecologiche? È stata fatta una proiezione, per i prossimi 10 anni, del fabbisogno di cure ginecologiche e delle potenziali nascite? Se sì, chiediamo che vengano illustrati. Quali sono i rispettivi fatturati per i due settori di di EOC e Santa Chiara e quali sono i tassi di redditività?»