Il presidente dell'Udc nazionale sul blocco dei trasferimenti: «Anche i nostri centri sono al collasso. La soluzione? Gestirli in Africa»
LUGANO - La giustificazione: troppi arrivi via mare e centri di prima accoglienza sovraccarichi. La conseguenza: il governo Meloni, notizia datata 25 dicembre, ha reagito decidendo di non rispettare gli accordi di Dublino. Ciò significa che il trasferimento dalla Svizzera verso l'Italia di 184 migranti - tra i quali 32 irregolari - non potrà avvenire. Almeno per il momento. Motivo per il quale la Confederazione ha annullato alcuni rinvii già predisposti, nonostante anche la capienza dei centri nei vari Cantoni, in questo momento, sia al limite*.
«Sull'orlo del collasso» - La conferma ci arriva da un preoccupatissimo Marco Chiesa: «Le nostre infrastrutture sono sull’orlo del collasso e certamente non possono più ospitare altri richiedenti asilo». Gli appelli delle autorità, lamenta il senatore ticinese e presidente dell'Udc svizzera, rimangono tuttavia inascoltati.
«Occorrono controlli sistematici ed immediati» - I dati a livello nazionale riferiscono di 240'000 persone accolte quest’anno. Una cifra che allarma il consigliere agli Stati: «Finché il sistema di gestione delle migrazioni europeo continuerà a non funzionare, dobbiamo correre ai ripari bloccando l’ingresso dei migranti alle nostre frontiere e istituendo controlli sistematici al confine con l'Italia. Immediatamente».
«Stop agli approfittatori dell'asilo» - Per Chiesa, alle porte vi è un’emergenza migratoria paragonabile solo a quella del 2015: «Centinaia di migliaia di migranti sono già in Europa o si stanno muovendo verso il nostro Continente, via terra e via mare. In grande parte non si tratta di veri rifugiati, ma di migranti economici che vogliono vivere a spese del nostro generoso sistema sociale. Senza dubbio queste persone hanno attraversato Paesi terzi europei sicuri, a cui avrebbero potuto chiedere l’asilo. Ma in pratica vogliono venire nel paradiso dell'asilo, la Svizzera». Per queste ragioni per il presidente Udc «è fondamentale dire “Stop agli approfittatori dell'asilo". Il nostro Paese ha delle capacità limitate che dobbiamo mettere a disposizione delle persone bisognose di protezione».
«Una bomba sociale ad orologeria» - Quella di Chiesa è anche una critica verso il sistema Europa, almeno per quanto riguarda la gestione dei rifugiati: «Il dispositivo messo in atto sta miseramente fallendo. Le frontiere esterne dell'UE non sono né sicure, né sufficientemente controllate. Le organizzazioni di passatori hanno gioco facile nell’introdurre degli illegali, talvolta con la complicità delle ONG».
Il blocco dei trasferimenti voluto dal governo Meloni, per Chiesa, altro non è se non «l’ennesimo capitolo di questa disfatta. L'Italia rifiuta di riprendersi i migranti di sua competenza. Siamo in presenza di accordi vincolanti, Schengen e Dublino, che tuttavia vengono applicati a geometria variabile dai Paesi, in questo caso l’Italia, in funzione delle loro esigenze. Così facendo l’emergenza si trasforma in una bomba sociale a orologeria».
«Gestire i migranti in Africa» - Dal canto suo l’Udc continua a premere su tasti battuti già da tempo: «In dicembre abbiamo chiesto la creazione di zone di transito, in modo che gli approfittatori dell'asilo non arrivino sul nostro territorio, ma restino - in attesa di una decisione definitiva - al di fuori dei nostri confini».
Ora, però, per Chiesa è giunto il momento di «spingersi oltre». Sul modello di Danimarca e Gran Bretagna, auspica di «organizzare la gestione dei migranti e dei richiedenti asilo in Paesi africani sicuri, fino al disbrigo delle pratiche burocratiche per le richieste di asilo». «In questo modo - conclude - si possono sconfiggere le bande criminali, disincentivare le migrazioni economiche, evitare peripli migratori, liberare risorse per i veri rifugiati e abbassare i costi a carico dei contribuenti svizzeri».
*Contatta, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) snocciola alcuni numeri riguardo gli alloggi messi a disposizione per i richiedenti l'asilo. Al 27 dicembre, in Svizzera, la SEM dispone di circa 9.700 posti alloggio e il tasso di occupazione è del 65%. In Ticino - sempre al 27 dicembre - vi sono circa 650 posti alloggio, e l'occupazione delle tre sedi è attualmente di circa il 90%.