Per MPS, i fondi stanziati dal Governo non sono sufficienti. «Chi dovrà metterci il rimanente 4% e con quali modalità?»
BELLINZONA - «Chi mette i soldi rimanenti? In base a quali criteri si definisce un'organizzazione rappresentativa». Sono una parte delle domande contenute nell'interpellanza presentata dal gruppo MPS e firmata da Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori. Al centro del documento l'Istituto di previdenza del Cantone (IPCT) e il «taglio delle rendite».
«Come noto - si legge nel testo - il Consiglio di Stato ha iniziato trattative con alcune organizzazioni sindacali che egli stesso ha stabilito rappresentative degli interessi dei dipendenti dello Stato (organizzazioni rispondono al nome di OCST, VPOD e SIT). La richiesta di ErreDiPi di essere associata a questa trattative, ritenendosi un movimento rappresentativo del punto di vista degli assicurati all’IPCT, è stata respinta nelle scorse settimane dal governo».
Sarebbe a questo proposito interessante sapere «quali sono i criteri che il CdS ha stabilito affinché un’associazione (qualsiasi sia la sua forma) possa essere considerata rappresentativa degli interessi, generali o particolari, dei dipendenti dello Stato». Infatti, continua la nota, «la “rappresentatività” di un’associazione deve pur fondarsi su dati “oggettivi”: non può essere solo una “patente”, un “riconoscimento” fondato su basi politiche da parte della controparte che riconosce l’altro come “rappresentativo”. È noto a tutti che, da alcuni mesi, gli assicurati all’IPCT si sono costituti in rete e si stanno mobilitando, con grande successo».
Detto della questione della questione, aperta, della rappresentatività di chi è ammesso al negoziato, «sarebbe poi utile capire sulla base di quali approfondite riflessioni il Governo ha riservato, a titolo del tutto indicativo, un importo di 12 milioni di franchi annui nel piano finanziario, a partire dal 2024, per attuale misure compensative di fronte alla decisione di ridurre del 20% le future rendite pensionistiche, conseguenza diretta della riduzione del tasso di conversione». Da un punto di vista prettamente matematico, dicono i firmatari, «per compensare tale riduzione del 20% è necessario un aumento del 5% dei contributi di vecchiaia per 40 anni di contribuzione. I 12 milioni di franchi riservati dal Governo corrispondono al 1% della massa salariale. A mente del Governo chi dovrà metterci il rimanente 4%? E cosa succederà per tutti quei dipendenti che non avranno a disposizione 40 anni di contribuzione per compensare la perdita?» .