Dopo il no all'adeguamento delle rendite al rincaro integrale, l'UDC ha depositato oggi un'iniziativa (cantonale) e una mozione (federale).
Marco Chiesa: «Bisogna sostenere chi ha davvero bisogno. Dare centinaia di milioni dell’AVS a pensionati che non ne hanno bisogno non ha alcun senso».
BELLINZONA / BERNA - La bocciatura al Nazionale e agli Stati della mozione volta ad adeguare le rendite AVS/AI al rincaro integrale aveva sollevato un polverone di polemiche. Nel mirino delle critiche erano finiti soprattutto il PLR e l'UDC che si erano schierati dalla parte del Consiglio federale che chiedeva di non scialacquare le poche risorse.
«Socialità mirata, e non a pioggia» - E proprio Il presidente nazionale del Partito, Marco Chiesa, ci spiega i motivi di un "no" che ha fatto rumore. «La mozione prevedeva un aumento dal 2,5%, già deciso e versato nell’ambito dell’aggiornamento usuale delle rendite, al 2,8% a "pioggia" per tutti i pensionati, indipendentemente dalla loro condizione economica. Venticinque centesimi al giorno - precisa Chiesa - che per i benestanti sono ininfluenti mentre per i redditi medio bassi corrispondono a un’elemosina. In complesso però questo versamento supplementare ad annaffiatoio sarebbe costato mezzo miliardo di franchi ai contribuenti».
Secondo il Consigliere agli Stati (e l'UDC) è molto più ragionevole aiutare gli svizzeri con redditi deboli. Coloro che fanno fatica ad arrivare a fine mese, coloro che con redditi bassi pagano tutto di tasca propria. «Si immagini se non sono d’accordo con una giusta socialità - fa presente il presidente dell'UDC. «Ma essa deve essere mirata ed efficace. Buttare i soldi dell’AVS dalla finestra grida vendetta al cielo. L'UDC rifiuta quindi le misure di socialità a pioggia che costano centinaia di milioni l’anno e che mancano il vero obiettivo: aiutare chi davvero ne ha bisogno».
Le due iniziative - E proprio a sostegno di questa idea, l'UDC ha depositato oggi, in contemporanea, un'iniziativa parlamentare cantonale (primo firmatario Paolo Pamini) e una mozione al Consiglio nazionale (proposta da Piero Marchesi e sostenuta anche da Lorenzo Quadri). «Entrambe mirano a sostenere il potere d'acquisto dei beneficiari dei ceti medi e medio bassi». Ma in che modo? «Sia a livello cantonale che a livello federale ci basiamo su un modello che mi sta a cuore. Ovvero quello delle deduzioni in favore dei pensionati con redditi medio-bassi. Un modello che farebbe risparmiare tra i 42 e i 140 franchi al mese alle persone che veramente hanno bisogno. Molto di più - sottolinea Chiesa, che settimana scorsa si è visto bocciare un testo simile dagli Stati - rispetto ai sette franchi al mese della proposta rifiutata dagli Stati, tra l’altro proprio da coloro che hanno l’indignazione facile».
L'altra polemica - Camere federali che recentemente erano finite nella bufera (anche) per la decisione d'indicizzarsi le rendite rispetto al rincaro (notizia riportata anche da 20 Minuten). «Anche in questo caso - conclude Chiesa - l’unico partito a opporsi fermamente nei rispettivi uffici presidenziali è stato l'UDC».