Il Centro, I Verdi e il PS si scagliano contro la proposta del Governo ticinese.
BELLINZONA - «Un messaggio inammissibile e al limite della provocazione». Non usa mezzi termini il Centro ticinese per descrivere il pacchetto di misure presentato oggi dal Consiglio di Stato per aggiornare la Legge tributaria. Anzi, in un comunicato stampa di reazione ammette la perplessità di un messaggio che «propone di aumentare il coefficiente cantonale d’imposta dal 97% al 100% - ciò che corrisponde a un aumento generalizzato delle imposte di circa 46.7 milioni di franchi l’anno – per finanziare delle misure fiscali che in misura preponderante andranno unicamente a beneficio delle persone più facoltose».
Il partito considera inaccettabile che «la riduzione delle imposte alle persone più facoltose venga finanziata aumentando del 3% le imposte a tutta la popolazione; con un simile approccio è impensabile costruire un consenso popolare e la proposta del Consiglio di Stato sembra fatta apposta per seppellire per molti anni qualsiasi riforma fiscale».
In altre parole, per il partito, il progetto oltre a contraddire sia il Gran Consiglio che il popolo non contiene praticamente «alcuna misura che possa concretamente migliorare la situazione finanziaria del ceto medio». Con un tempismo che poi non tiene conto della manovra di rientro che «conterrà probabilmente misure che potrebbero toccare le fasce più fragili della popolazione».
In conclusione, il Centro ribadisce che si oppone fin da subito a questo «iniquo aumento proposto dall'Esecutivo», e che continuerà a «impegnarsi per un Ticino accogliente e attrattivo anche dal punto di vista fiscale in cui siano coniugate liberà, responsabilità e solidarietà».
Il PS: «Una proposta incosciente»
Anche il Partito Socialista Ticino disapprova la nuova riforma fiscale presentata oggi dal Consiglio di Stato: «La nuova riforma beneficia ancora una volta le persone più benestanti a scapito del ceto medio e delle famiglie ticinesi - e questo in momento caratterizzato da una situazione finanziaria fragile e da costi crescenti per la popolazione», scrivono i socialisti in una nota.
Per il partito, «con questa misura ci saranno minori entrate per il Cantone e i Comuni per 40 milioni annui. Così facendo si perderà un’importante entrata che andrà a beneficio unicamente delle persone più benestanti». Continuare a «rincorrere sgravi fiscali a favore delle persone benestanti, una strategia insostenibile e ingiusta. Oggi di fronte alle difficoltà reali della popolazione, come ad esempio, i costi dei premi di cassa malati, l’inflazione, la perdita del potere d’acquisto o ancora la precarizzazione del mercato del lavoro proporre una politica fiscale basata sugli sgravi ai redditi più elevati è a dir poco incosciente».
In caso di approvazione del Parlamento, il PS promette referendum: «La politica deve lavorare per una redistribuzione equa delle risorse, garantendo sostegno a chi ne ha più bisogno e imponendo una maggiore tassazione a chi può permetterselo. In questo modo, si costruisce una società più giusta e solidale».
I Verdi: «Modifica iniqua. Si aiuti il ceto medio-basso»
Pure i Verdi si dichiarano «molto scettici» riguardo alla revisione della legge tributaria che vuole «rendere neutrale» per le casse dello Stato l'aumento del coefficiente d'imposta cantonale già previsto per legge. «In un contesto difficile in cui a causa del decreto Morisoli bisognerà risanare le finanze quasi esclusivamente riducendo le spese e quindi tagliando servizi alla popolazione - scrivono in una nota gli ecologisti - siamo molto scettici e critici sull’opportunità di fare ulteriori sgravi fiscali, in particolare se la motivazione è legata alla concorrenza fiscale intercantonale».
Per i Verdi il ritorno al 100% del coefficiente d'imposta cantonale (che genererebbe un gettito aggiuntivo di 46.7 milioni di franchi) andrebbe usato in altro modo. «Va utilizzato - precisano - per ridurre l’impatto e la portata della manovra finanziaria ed eventualmente per introdurre uno sgravio fiscale esclusivamente sui redditi medio-bassi, in particolare sul ceto medio o per degli aiuti mirati. In questa difficile situazione congiunturale è soprattutto il ceto medio che non riceve sussidi e il ceto basso dipendente dagli aiuti (messi in pericolo dalla manovra finanziaria) ad avere delle difficoltà. Le persone ad alto reddito non hanno invece particolari difficoltà economiche e per questo non possono essere ulteriormente favorite».