A mesi di distanza dal suicidio del giovane Arash, il governo risponde a un'interrogazione: «La situazione non è sfuggita di mano».
BELLINZONA - Erano ben 27 le domande presentate al Consiglio di Stato nell'interrogazione inoltrata da Samantha Bourgoin (Verdi) e Beppe Savary-Borioli (ForumAlternativo), in cui si chiedeva «una presa di posizione precisa e dettagliata» sui casi di tre giovani suicidi affidati all'assistenza del Cantone. Richieste avanzate a seguito del tragico suicidio del giovane afgano Arash, avvenuto al centro per richiedenti l'asilo di Cadro, lo scorso luglio. La richiesta era stata sottoscritta da altri 18 deputati, appartenenti a diversi schieramenti politici.
Nei giorni scorsi è arrivata la risposta del Consiglio di Stato, in cui viene sottolineato che la situazione legata alla presa a carico dei richiedenti asilo attribuiti al Ticino e alloggiati nei centri gestiti su mandato cantonale «non è sfuggita di mano».
La competenza è federale - Il Consiglio di Stato evidenzia nella sua replica che per quanto concerne la competenza in materia di asilo «è della Confederazione». Spiega infatti che «il ruolo dei Cantoni è sussidiario» e il margine di manovra, dunque, «limitato sugli aspetti pratici che spaziano dall'alloggio, alla presa a carico, al sostentamento e ai percorsi d'integrazione». Ribadisce poi che sul caso specifico non può rispondere «compiutamente», per via delle disposizioni in materia di protezione dei dati.
Approccio individualizzato - I firmatari nel loro scritto sollevavano inoltre dubbi inerenti al supporto psicoterapeutico fornito agli asilanti nei diversi centri. Alcune segnalazioni riportavano che i «richiedenti asilo con fragilità psicologiche vengano aiutati solo con i farmaci». Stando ai dati riportati dal governo, il 15% degli ospiti presenti nei centri per adulti e famiglie ha problemi mentali ed è seguito da specialisti e che i trattamenti farmacologici vengono prescritti dal medico psichiatra. Primariamente, però, «le persone vengono prese a carico in modo individualizzato».
Due procedure diverse - Secondo il Consiglio di Stato, poi, l'accoglienza dei profughi ucraini e dei migranti richiedenti asilo seguono due procedure distinte. Nel primo caso, si vuole offrire una protezione temporanea, mentre nel secondo «una protezione a lungo termine, da cui deriva la necessità di integrare le persone nel tessuto socio-professionale del cantone in maniera duratura». L'attuale sistema di integrazione a fasi, per il governo, rappresenta quindi «la soluzione più efficace per un accompagnamento e una presa a carico immediata intensiva e il più possibile individualizzata».
Numero di minori in aumento - Nella sua argomentazione, il governo fa presente come negli ultimi anni si sia assistito a un significativo aumento del numero di minori non accompagnati, attribuiti al Ticino. A fine agosto nei foyer a loro dedicati gestiti dalla Croce Rossa se ne contavano 113, 89 in più rispetto a soli due anni fa. Una situazione che ha reso necessario l'aumento del numero di posti nei foyer, dice il governo, con un impatto diretto sui costi.