Il dibattito sulla sospensione proposta dal Governo approda in parlamento. Due i rapporti sul tavolo. E l'economia (contraria) osserva
BELLINZONA - Due moltiplicatori. Due rapporti; con una Commissione Costituzione e leggi che si è praticamente spezzata a metà sulla questione. Sotto gli occhi attenti dell'economia privata, nell'aula del Gran Consiglio approderà, fra qualche ora, il dibattito sulla moratoria con cui il Consiglio di Stato propone di sospendere per un periodo di cinque anni - quindi per i periodi fiscali dal 2025 al 2029 compreso - la possibilità di fissare il moltiplicatore delle persone giuridiche al di sotto di quello delle persone fisiche.
In altre parole, come da messaggio del governo, «il moltiplicatore delle persone giuridiche potrà essere uguale o superiore (senza però oltrepassare i 60 punti, ndr.) a quello delle persone fisiche». Una modifica transitoria che, sottolinea l'esecutivo, «non porta a conseguenze per le finanze cantonali». E che, come detto, ha creato una netta spaccatura in seno alla Commissione, che ha prodotto due rapporti.
«Non si deve temere alcuna fuga»
La maggioranza (per un solo voto) dei commissari è contraria alla soluzione proposta del Governo. Nel rapporto, redatto da Simona Genini - e firmato dai commissari di PLR (Passardi, Ponti, Terraneo, Ortelli), UDC (Filippini e Giudici) e due del Centro (Corti e Ghisolfi) -, si legge che «la proposta governativa si scontra con le decisioni» prese dal parlamento cantonale e ricorda che «l’obiettivo del moltiplicatore differenziato è quello in primis di permettere ai Comuni di salvaguardare il gettito delle persone giuridiche contestualmente alla riduzione dell’aliquota cantonale».
Chiarito questo punto, la maggioranza della Commissione «ritiene che il tessuto economico del nostro Cantone è ormai consolidato, e non sarà di certo sconvolto da una misura come il moltiplicatore d’imposta differenziato. Non si deve temere che le aziende "fuggano" da alcuni Comuni per spostarsi verso altri». Maggioranza che non risparmia poi una bacchettata: «L’obiettivo della norma approvata dal Gran Consiglio nel 2019, che già prevedeva un lungo periodo di attesa, senza neppure spiegare perché, tra cinque anni, non saremmo da capo. In pratica, sospenderebbe per dieci anni l’entrata in vigore di una norma legale, il che dice tutto. Per concludere, e peggio ancora, mostra una volta ancora due tendenze politiche preoccupanti; rinviare quello che si è già deciso e rinviare invece di affrontare».
«Le preoccupazioni dei comuni? Assoutamente legittime»
La minoranza della Commissione, al contrario, «concorda pienamente con la soluzione proposta» dall'esecutivo e nel suo rapporto - redatto da Andrea Censi (Lega dei Ticinesi) e Gianluca Padlina (il Centro) sottolinea che «le preoccupazioni espresse dai centri urbani sono ritenute assolutamente legittime, in quanto, così come inizialmente pensata, la concorrenza fiscale tra Comuni potrebbe portare a gravi squilibri e pregiudizi per le finanze pubbliche dei Comuni più grandi».
Per la minoranza dei commissari, 5 anni fa sono inoltre stati «manifestamente sottovalutati i rischi e le dinamiche che la possibilità di portare il moltiplicatore di imposta delle persone giuridiche al di sotto di quello delle persone fisiche potrebbe ingenerare». «Una concorrenza fiscale così spinta, così come ipotizzata prima della pandemia da Covid 19 e in un contesto economico che lasciava sperare in evoluzione ben diversa, rispetto a quella che si è determinata, rischia di amplificare le difficoltà economiche dei grandi centri, rendendo ancora più gravosa la gestione dei fondamentali compiti che sono loro demandati». Motivo per cui la moratoria «è oggi ritenuta essenziale».
Il piccolo compromesso
Alla partita si è poi aggiunto anche l'emendamento presentato da Evaristo Roncelli per Avanti con Ticino&Lavoro al rapporto di minoranza. Un compromesso, come anticipato da laRegione, in cui si propone che il moltiplicatore delle persone giuridiche possa essere «inferiore al moltiplicatore delle persone fisiche di al massimo 10 punti percentuali» per il periodo dal 2025 al 2029 (compreso).
E l'economia cosa dice?
Il dibattito, come abbiamo scritto, sarà osservato con grande attenzione anche dal mondo economico, che si è già pronunciato negli scorsi giorni in merito alla moratoria. In una nota congiunta dello scorso 29 ottobre, la Camera di Commercio del Cantone Ticino e l'Associazione Industrie Ticinesi (AITI) hanno invitato il plenum a opporsi alla norma transitoria proposta dal Governo. «Le associazioni economiche non possono condividere tale approccio in quanto penalizzante per le aziende del nostro territorio e quindi per la nostra economia», si legge. E «un dietrofront a meno di due mesi dall’entrata in vigore – con vari comuni che hanno già previsto questa differenziazione nei loro preventivi 2025 – creerebbe un pericoloso precedente».