Il regista Alexander Nanau verrà insignito del premio per l'Autore con il suo film di denuncia “Collective”
LUGANO - Storie e incontri. Torna il Film Festival Diritti Umani di Lugano. Dal 13 al 17 ottobre, ricorrerà la sua ottava edizione che vuole riportare all'attenzione del pubblico i drammi umanitari che si spendono intorno noi.
«L’urgenza della pandemia ha purtroppo messo in secondo piano la violazione, spesso violenta, dei diritti umani. Attraverso i dibattiti e gli incontri, che appartengono alla tradizione del nostro Festival, vogliamo tornare a coinvolgere il pubblico sulle urgenze umanitarie del nostro tempo», così il presidente del Festival Roberto Pomari.
In onore a questo, verrà attribuito il premio Diritti Umani per l'Autore ad Alexander Nanau, regista di origini rumene, che con il suo film “Collective”, candidato anche all'Oscar, ha denunciato la corruzione politica, la malsanità e le menzogne del governo rumeno nei confronti del popolo, attraverso un messaggio ben chiaro: è fondamentale che il giornalismo sia coraggioso e libero.
Come spiega il direttore del festival Antonio Prata, è «un film che si dimostra estremamente attuale, a maggior ragione alla luce di questi due anni di pandemia in cui la gestione della sanità di molti governi è stata spesso messa in discussione, dimostrando i suoi limiti e la sua fragilità».
In una nota gli organizzatori comunicano che «a causa della perdurante incertezza, nel 2021 il Film Festival Diritti Umani ha comunque predisposto una piattaforma internet che permetta lo streaming di una selezione di film e di dibattiti, qualora il Festival non possa avvenire in presenza, con una formula ripensata in funzione del mezzo digitale». Le proiezioni in presenza avverranno invece al cinema Corso e al cinema Iride.