"Cambiamo ora" è lo slogan scelto dai democentristi per le elezioni cantonali 2023.
LUGANO - Con lo slogan “Cambiamo ora!” l’UDC ha dato il via alla campagna elettorale per le Elezioni cantonali 2023. Lo ha fatto in occasione del Congresso straordinario odierno, che ha raccolto circa 300 partecipanti in quel di Pregassona.
Sono stati presentati i 90 candidati alle elezioni cantonali e hanno preso parola il presidente dell'UDC svizzero Marco Chiesa, il presidente cantonale e candidato al Consiglio di Stato Piero Marchesi e il consigliere di Stato Norman Gobbi (Lega).
«È ora di rilanciare il Cantone con nuove forze e nuove idee, è ora di entrare in Governo per incidere laddove conta», scrive il partito nel comunicato odierno.
Dopo un breve saluto del presidente della sezione UDC Lugano Alain Bühler, l’uscente granconsigliere e candidato al Consiglio di Stato Paolo Pamini e il capogruppo Sergio Morisoli hanno presentato quanto fatto dall’UDC durante l’ultima legislatura e le strategie del futuro con la “Piattaforma politica UDC TI 2023-2027”, che ha l’obiettivo di difendere chi vive e lavora in Ticino e che è stata approvata dal congresso.
«Il Ticino ha bisogno dell’UDC», ha sottolineato Piero Marchesi. «Negli ultimi anni l’UDC ha mosso le acque come nessun altro per difendere chi vuole vivere e abitare in Ticino». Marchesi si dice pronto ad entrare in Consiglio di Stato «per cambiare le dinamiche attuali dove “Il Governo del Mulino bianco” si limita ad amministrare il Cantone senza portare progetti in grado di rilanciare il Cantone».
Marchesi è inoltre fiducioso che anche i rappresentanti UDC in Gran Consiglio potranno aumentare. «Il gruppo dei sette deputati UDC in Gran Consiglio», ha aggiunto, «ha lavorato molto bene». Evocati tra i successi più grandi «il Decreto Morisoli, la deduzione fiscale dei premi di cassa malati dei figli, il referendum finanziario obbligatorio, la defiscalizzazione degli artigiani che vanno in pensione, l’aumento del tempo per la raccolta delle firme, la registrazione delle sedute del Gran Consiglio su YouTube, il corsetto messo agli abusi del medico del traffico».
L'obiettivo è ora quello di «mandare avanti i grandi cantieri aperti che sono il pareggio dei conti dello Stato, per non caricare troppi debiti sulle future generazioni, la riforma della scuola per diventare competitivi e non far perdere tempo agli allievi, la riduzione di tasse e balzelli negli svariati ambiti dello Stato».
Il capogruppo Sergio Morisoli ha presentato in grandi linee la difficile situazione attuale nel Cantone, «come il mercato del lavoro saccheggiato e minacciato dal frontalierato, le difficoltà economiche di tante famiglie, giovani e anziani, la burocrazia e lo statalismo rampanti». L’UDC, ha evidenziato, «è libera di essere creativa, perché non è il partito della ripartizione di cadreghe. È libera di difendere il ceto medio e chi vuole vivere e lavorare in Ticino. Meno Stato, più società e più soldi nelle tasche della gente».
Infine, il presidente nazionale nonché consigliere agli Stati Marco Chiesa ha ribadito che «la Svizzera deve restare la Svizzera!» e che l’UDC è il partito colpevole di dire la verità. «Da cinque anni l’UDC nazionale mette in guardia contro la penuria energetica, ha sottolineato, contro la massiccia immigrazione di persone che non servono alla nostra economia ma pesano sui sistemi sociali, contro il sistema Schengen/Dublino che non funziona ma ci costa milioni e contro la perdita della neutralità».
Dopo una breve introduzione alla festa popolare da parte del municipale di Lugano e granconsigliere Tiziano Galeazzi, il consigliere di Stato Norman Gobbi ha dal canto suo sottolineato che la Lega dei Ticinesi «è vicina all’UDC nella lotta per l’indipendenza svizzera, la difesa del ceto medio, contro l’immigrazione di massa, l’eccessivo numero di frontalieri e per ridare il Ticino ai ticinesi».