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ITALIACovid-19: perché la malattia sembra mietere più vittime in Italia?

17.03.20 - 00:05
Nella penisola la "letalità" è molto più alta rispetto agli altri Paesi colpiti. Un dato che ha diverse spiegazioni.
Keystone
Covid-19: perché la malattia sembra mietere più vittime in Italia?
Nella penisola la "letalità" è molto più alta rispetto agli altri Paesi colpiti. Un dato che ha diverse spiegazioni.

ROMA - Nel confronto dei dati dei Paesi più colpiti dall’epidemia di Covid-19 c’è un parametro che salta all’occhio in maniera piuttosto evidente: l’Italia presenta un tasso di letalità molto più alto degli altri. Nella vicina penisola hanno perso la vita circa 2'150 persone su quasi 28mila contagiati (letalità del 7,7%) mentre in Germania, all’altro estremo, sono morte “solo” 14 persone su quasi 7mila infettati (0,2%). Si può quindi dire che in Italia si muore molto più che altrove a causa del nuovo coronavirus? Non esattamente.

I dati - La letalità varia moltissimo tra i dieci Paesi in cui si registra al momento il maggior numero di contagi. Sulla base dei dati della Johns Hopkins University, è circa al 4% in Cina, al 5% in Iran e al 2,4% in Francia, ma presenta percentuali considerevolmente più basse in Corea del Sud (0,9%), Svizzera (0,6%) e, appunto, Germania (0,2%). In Italia si attesta intorno al 7,7%. 

Meno tamponi - Alla base di questo dato - che difficilmente si spiega con una differenza sostanziale nell’efficienza dei rispettivi sistemi sanitari - potrebbe esserci innanzitutto una sottostima del numero dei contagiati in Italia. Nella vicina repubblica, insomma, si farebbero meno test che altrove e ciò avrebbe come risultato una proporzione più alta tra decessi e contagi ufficiali. Dopo la prima fase di emergenza, in effetti, Roma ha deciso di sottoporre a tampone solo le persone con sintomi da Covid-19 e particolarmente a rischio, che secondo una stima dell’Oms costituiscono solo il 20% dei contagiati mentre l’80% lamenta sintomi lievi o è asintomatico. In questo modo, al 15 marzo 2020, l’Italia (60 milioni di abitanti) aveva eseguito 124’899 test, il 20% circa dei quali era risultato positivo (fonte Ministero della Salute). Come riporta ProPubblica, la Corea del Sud (51 milioni di abitanti) ha invece proceduto a tappeto conducendo quasi il doppio dei test (almeno 248mila) e trovando oltre 8mila casi (percentuale di positivi: 3,3%). Anche in Svizzera si può condurre un numero relativamente alto di test al giorno (2'000), ma essi sono riservati alle persone con sintomi gravi che appartengano a categorie a rischio.

L’Italia è più vecchia - Un altro aspetto comunemente citato per motivare l’apparente maggiore letalità del Covid-19 in Italia è l’anzianità della popolazione della vicina penisola. I decessi legati alla malattia, infatti, iniziano a crescere sopra i 60 anni e si impennano oltre i 70. E l’Italia, con il 22,6% degli abitanti che ha più di 65 anni, è il Paese più vecchio d’Europa. In Germania tale dato si ferma al 21,4%, in Svizzera al 18,3%. In Cina solo l’11,9% della popolazione ha più di 65 anni mentre in Corea del Sud il 14,5%.

Più crescono velocemente i casi, più si fatica a curarli - Un altro aspetto critico della situazione italiana potrebbe essere la veloce evoluzione del contagio, che fa sì che i reparti di terapia intensiva degli ospedali - specialmente della Lombardia, ma non solo - stiano lavorando ai limiti delle loro capacità, incidendo sulla qualità e la tempestività delle cure. Anche per questo motivo anche le autorità sanitarie svizzere insistono sull'importanza di rallentare la progressione dell'epidemia per non sovraccaricare oltremodo gli ospedali. 

La verità la conosceremo solo più avanti - A fare luce sulla letalità reale di questo nuovo coronavirus nei Paesi colpiti saranno in realtà le analisi epidemiologiche che saranno condotte per mezzo di analisi del sangue nei mesi e negli anni successivi a questa emergenza. Le attuali discrepanze nella conduzione dei test e nella raccolta dei dati non permettono di giungere al momento a conclusioni definitive. 

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