Anche il Regno Unito si trova costretto a passare a misure più incisive per contrastare il coronavirus.
LONDRA - Finora decisamente orientato verso un approccio diverso all'emergenza coronavirus, anche il Regno Unito introduce restrizioni per favorire la distanza sociale e rallentare così la diffusione dell'agente patogeno. Le ha annunciate il premier Boris Johnson durante una conferenza stampa. Tra di esse spiccano la raccomandazione di evitare tutti i viaggi non necessari, optare per il lavoro da casa «per chiunque possa» e rinunciare ai contatti sociali in luoghi pubblici.
«Da ora dovete evitare pub, teatri, club e altri luoghi di ritrovo», ha detto il primo ministro Tory rivolgendosi alla popolazione.
Dalle sue parole non è tuttavia emerso un bando generalizzato degli eventi pubblici. Il premier, però, ha fatto sapere che, da oggi in avanti, il governo «non sostiene più» lo svolgimento di manifestazioni collettive e raccomanda di evitare ogni «contatto sociale non essenziale».
Ha quindi spiegato che «la curva di crescita» della diffusione del virus si sta «avvicinando» al picco e che «senza misure drastiche» i contagi potrebbero raddoppiare ogni 5-6 giorni.
Le nuove indicazioni essenziali, oltre alla distanza sociale e all'invito al lavoro da casa ovunque possibile, prevedono l'estensione dell'auto-isolamento a domicilio da una settimana a due per chiunque abbia febbre o tosse persistente e anche a chiunque viva con persone che manifestino tali sintomi.
Il consigliere scientifico di Downing Street, Patrick Vallance, ha ipotizzato per il prossimo futuro come necessaria anche la chiusura di un certo numero di scuole (per ora non annunciata). Mentre il medico capo Chris Whitty ha avvertito che non bisogna illudersi sulla durata delle misure precauzionali: non si prolungheranno per «due settimane», ma per «un tempo prolungato».
Finora, il governo britannico aveva preannunciato la possibilità di limitarsi a chiedere un lungo auto-isolamento alle persone più a rischio, come gli anziani. Le pressioni dell'opinione pubblica e di parte della comunità scientifica britannica per misure più incisive, però, sembrano avere avuto la meglio. Nel Regno Unito si contano più di 1'500 contagiati e almeno 37 morti legate al Covid-19.