Sono quelli meno a rischio per quanto riguarda la salute fisica ma di più per quella mentale
La conferma in uno studio inglese: «Sono i più vulnerabili e in difficoltà, la quarantena ostacola la loro natura»
LONDRA - Sono quelli che negli ultimi mesi sono stati più propensi a violare le distanze sociali, ma forse anche i più preoccupati - e psicologicamente vessati - dalla situazione quarantena.
Stiamo parlando degli adolescenti che, fra un giro in bici o due passi con gli amici (malgrado non si potrebbe), non possono fare a meno di pensare al loro (incerto) futuro.
Stando a uno studio dell'University College di Londra, sono proprio i teenager quelli che durante il lockdown hanno visto peggiorare in maniera più sensibile la loro qualità della vita, rispetto alle altre fasce d'età.
«Se da una parte l'esperienza che gli adolescenti hanno della pandemia non è diversa da quella di tutti, dall'altra è vero che loro sono probabilmente la categoria più vulnerabile e in difficoltà», ha spiegato al Guardian la dottoressa Maria Loades dell'Università di Bath che studia l'effetto dell'isolamento sociale e della solitudine nei giovani.
Da una parte lo sconvolgimento esistenziale: dalla scuola, passando per gli esami di fine ciclo (e l'addio che non si potrà dare a quella fase della vita così come ai compagni di scuola) così come le prospettive future fra studio, tirocinio e/o apprendistato.
Dall'altra, invece, si tratta di un trauma che frena i loro impulsi naturali: «L'adolescenza è il momento in cui ci si distingue come individui, al di là dei genitori», spiega Loades, «questo porta a passare più tempo con gli amici, fare cose avventate senza pensare alle conseguenze».
Tutto questo, con il social distancing, diventa un problema: «Stiamo chiedendo a ragazze e ragazzi di essere estremamente responsabili e maturi per il bene di tutti, questo li mette in una posizione conflittuale».
Ci sono anche quelli che dovranno rinunciare a una chiusura di una fase della loro vita, come il passaggio da una scuola all'altra o al mondo del lavoro: «gli esami e le consegne di diploma sono esperienze che ci aiutano a superare il dolore del passaggio da una fase della vita all'altra», conferma l'esperta.
Senza considerare il fatto che l'orizzonte non potrebbe essere più cupo di così: la "classe corona del 2020" - intesa come quella dei maturandi di quest'anno - stando al think tank The Resolution Foundation è quella più a rischio per quanto riguarda la disoccupazione e i danni permanenti alla loro carriera lavorativa.