Se la mascherina diventerà compagna costante delle nostre vite c'è chi teme per la sicurezza di tutti.
NEW YORK - Un'abitudine per il mondo orientale, una vera e propria stranezza per quello occidentale: la mascherina - diventata un vero e proprio simbolo della pandemia - rischia di diventare una compagna costante del nostro futuro. Prossimo e meno prossimo.
Là dove è iniziata la "Fase 2" la indossano già in milioni, per andare a fare la spesa e sui mezzi. Non è chiaro quale sarà il suo utilizzo nelle fasi ulteriori dell'uscita dall'emergenza, ma potremmo doverla portare ancora per diverso tempo. E chi lo sa che non possa entrare nelle nostre abitudini, come in Giappone o in Cina.
Al di là degli aspetti più pratici (approvvigionamento e smaltimento) quello che preoccupa le autorità di molti paesi è la possibile minaccia alla sicurezza: «Un volto coperto non è un problema, mille, diecimila sì», ha spiegato alla CNN la criminologa dell'Università di Kingston Francis Dodsworth, «in una folla di questo tipo, chi volesse compiere del male potrebbe essere incentivato a farlo».
Ma se non succede a Tokyo, dovrebbe succedere da noi? In realtà sì proprio per via dell'eccezionalità della situazione. Criminali con la faccia celata hanno colpito di recente negli Stati Uniti e nell'Europa orientale. In Spagna un terrorista ricercato dell'Isis è stato ammanettato ad Almeria, dove si aggirava liberamente, col viso nascosto fra le pieghe azzurre.
Per le autorità è una sfida nuova: senza una chiara visione del volto, soprattutto per noi che non ne siamo abituati, è più difficile capire le intenzioni delle persone.
E anche a crimine perpetuato, la mascherina è una protezione in più per i criminali: «Nel caso avessimo un testimone a un crimine, cosa potrebbe dire?», continua Dodsworth, «I volti così coperti non hanno tratti distintivi: niente baffi, niente nasi, niente nei».
Ed è un problema anche per i software di riconoscimento automatico spesso fondamentali per risolvere i casi: «Non è ancora chiaro in che maniera ne saranno influenzati», spiega lei. La risposta, in questo senso, potrebbe arrivare dalla Cina che avrebbe realizzato un programma che si comporta bene anche con i volti parzialmente coperti.
«Non si può generalizzare», spiega l'esperta Eilidh Noyes dell'Università di Huddersfield, «ci sono algoritmi che vanno bene per alcune cose, altri per altri. In generale, quello che ci serve in questo momento, è una maggiore ricerca».
E in un Ticino "mascherato", c'è un problema con la legge?
Da noi, lo sappiamo bene, la dissimulazione del volto può essere punita con una multa da 100 a 10'000 franchi. Per le mascherine sanitarie, però, non dovrebbero esserci problemi di sorta. Nel testo, infatti, fra le eccezioni indicate all'Art.4 si fa riferimento a «motivi di salute» e «di sicurezza».