La denuncia di Medici Senza Frontiere: «Non si può abbassare la guardia»
KINSHASA - Le emergenze sanitarie non si fermano con il Covid-19, a partire dall’epidemia di morbillo che continua a diffondersi in diversi paesi dell’Africa Subsahariana.
È la preoccupazione di Medici Senza Frontiere (Msf) che osserva come nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), come in altri paesi, le misure di prevenzione della pandemia stiano influenzando gli sforzi per tenere altre malattie letali sotto controllo e invita a tenere alta la guardia per evitare altre morti future.
Solo nel 2018, il morbillo ha causato la morte di più di 140'000 persone nel mondo, la maggior parte delle quali bambini e si teme che nel 2020 il numero sarà ancora più elevato, a causa delle ampie e devastanti epidemie in corso in diversi paesi.
«L'attuazione di misure preventive per ridurre la diffusione di Covid-19 è fondamentale per proteggere le comunità e gli operatori sanitari, specialmente in un paese come la Rdc in cui il sistema sanitario è molto limitato - dichiara Emmanuel Lampaert, capomissione di Msf in Rdc - Sfortunatamente, queste misure stanno avendo un impatto sulla risposta globale all’epidemia di morbillo, incluso il trasporto di vaccini, la creazione di team dedicati e il lancio di campagne di vaccinazione».