240 giorni in Svezia. 53 settimane in Corea del Sud. Mai negli Stati Uniti. Ecco i migliori e i peggiori congedi paterni
Tra i più discussi temi del referendum del prossimo 27 settembre in Svizzera c’è sicuramente la questione del congedo di paternità. Per molti un vuoto legislativo, per altri una battaglia superflua. Ma come si comporta il mondo di fronte alla concessione di giorni anche al padre dopo la nascita di un figlio?
In un report recente, Unicef e Ocse hanno stilato delle classifiche mondiali in fatto di congedi per quello che è considerato il mestiere più bello, gratificante ma anche più difficile: il genitore. Tra le politiche “family-friendly” considerate, è stato dato grande peso ai congedi parentali pagati, così come ai servizi per l’infanzia offerti ai genitori (almeno fino al sesto anno di età) e ai congedi temporanei per allattamento alle mamme. In questa speciale classifica “globale” al primo posto si piazza l’Estonia davanti a Ungheria e Giappone.
Restando circoscritti all’ambito dei congedi il primato europeo del più generoso sistema di congedo parentale spetta alla Svezia con 240 giorni a ciascun genitore dopo la nascita di un bambino che può essere esteso fino a 18 mesi (se si rinuncia alla retribuzione). Ma se estendiamo il discorso al mondo intero, nel ranking Unicef ai primi posti si piazzano le nazioni orientali dove succede uno strano paradosso, tante settimana di congedo di paternità a cui però in pochi fanno ricorso, e ancor meno per tutta la durata dei giorni concessi. Tra tutti i paesi dell’Ocse, la Corea del Sud offre ai suoi papà il congedo parentale più lungo a 53 settimane, leggermente superiore alle 52 settimane giapponesi. In Giappone, ad esempio, solo il 5% ne usufruisce, percentuale che sale solo al 17% in Corea dove i papà avrebbero diritto a 17 settimane col bebè. Tanto che negli ultimi anni sono state intraprese delle campagne sociali per favorirne l’utilizzo. L’Ocse afferma che l’uso da parte degli uomini del congedo parentale è in aumento, sebbene la porzione di coloro che effettivamente ne fanno uso, varia molto tra i diversi paesi.
Tra i fanalini di coda la Svizzera precede solo gli Stati Uniti unico Paese (tra quelli considerati) a non offrire nemmeno un giorno di congedo pagato a nessuno dei due genitori.
Ma proprio a inizio 2020 a fare un grosso salto nella classifica dei congedi parentali è stata la Finlandia. L’esecutivo guidato dalla giovanissima premier Sanna Marin ha aumentato l’indennità versata per congedo parentale fino a un totale di 14 mesi, equivalente a 164 giornate lavorative per genitore. In Portogallo non c’è differenza tra congedo di maternità o paternità: i genitori possono scegliere se stare a riposo per 120 giorni (con retribuzione al 100%) o 150 giorni (con l'80% di stipendio). Nel Regno Unito ai papà ne spettano solo due. Abbastanza complesso il sistema tedesco che garantisce periodi anche lunghi di congedo a entrambi i genitori ma al 67% dello stipendio per i primi 12 mesi. Visti i dati medi abbastanza bassi, appena 11 giorni ai padri, l’UE ha emanato una direttiva a cui tutti i paesi membri devono adempiere entro il 2022: al padre dovranno essere riconosciuti almeno 10 giorni lavorativi di congedo di paternità retribuito.
In Italia, dal 2020, i giorni di paternità sono stati aumentati da 5 a 7 ma è in discussione la proposta dell’aumento della maternità obbligatoria da 5 a 6 mesi destinando, però, i 30 giorni aggiuntivi al padre.