Il presidente Usa starebbe «meno bene di quanto dice» secondo alcuni. E rischierebbe non solo la salute
WASHINGTON - Il bollettino medico di Donald Trump malato di Covid è apparentemente rassicurante. Ma da più parti si sono legati dubbi, con una fonte a conoscenza delle condizioni del presidente che ha dipinto un quadro più allarmante.
«Il presidente sta molto bene», ha garantito in una conferenza stampa il medico della Casa Bianca Sean Conley, circondato da uno staff di dieci dottori del Reed, tutti con la mascherina e il camice bianco.
Trump non ha avuto bisogno di ossigeno, hanno rassicurato i medici. Tuttavia nessuno è in grado di prevedere i tempi delle dimissioni dall'ospedale, cosa che alimenta l'incertezza che grava sul Paese, sulle elezioni e sui mercati. Un "insider" ha inoltre confidato ai report che «le funzioni vitali del presidente sono state molto preoccupanti nelle ultime 24 ore» e che i prossimi due giorni «saranno cruciali in termini di cura». Il presidente non sarebbe «ancora sulla strada di un chiaro recupero». Non giocano a suo favore l'età (74 anni) né l'accertata obesità.
La conferenza stampa inoltre ha sollevato alcuni dubbi. Il primo riguarda i tempi della diagnosi, che Conley ha fatto risalire a 72 ore fa, ossia a mercoledì, prima di quando sia stata resa nota nella notte di giovedì la notizia della positività al Covid del presidente. La Casa Bianca ha precisato che Conley intendeva dire che oggi è il terzo giorno dalla positività al test. Il secondo interrogativo è legato al fatto che il medico ha dribblato la domanda se Trump abbia avuto bisogno dell'ossigeno prima di oggi.
Un'ipotesi rilanciata dalla Cnn secondo cui venerdì si è reso necessario il supporto respiratorio. Dubbi che rafforzano le polemiche sulla carenza di trasparenza della Casa Bianca sulle condizioni di salute del presidente, che al momento è trattato con il remdesivir e con un'altra terapia sperimentale: un cocktail di anticorpi policlonali sintetici.
Trump è il primo presidente ad essere ricoverato dopo Ronald Reagan, rimasto ferito in un attentato 39 anni fa. In quell'occasione però i poteri passarono al suo vice George H.W. Bush. "The Donald" invece ha deciso di non passare il timone a Mike Pence e di restare alla guida della nazione dalla suite presidenziale del Walter Reed, presentandosi ai suoi fan come un guerriero che sfida la nemesi del Covid.
Dal suo letto di ospedale non ha rinunciato neppure a twittare e a fare campagna: «I dottori, le infermiere e tutto il grande Walter Reed Medical center, e il personale di altrettante incredibili istituzioni che si è unito a loro, sono straordinari! Enormi progressi sono stati fatti negli ultimi 6 mesi nella lotta a questa piaga. Col loro aiuto mi sento bene!», ha scritto, prima di invitare democratici e repubblicani a lavorare insieme sui nuovi aiuti contro la pandemia.
Ma la sua campagna si complica: risultano contagiati anche il campaign manager Bill Stepien e un'altra decina di persone, tra cui tre senatori, che rischiano di mettere in pericolo la conferma della giudice conservatrice Amy Coney Barrett alla corte suprema prima del voto del 3 novembre. Il focolaio iniziale del contagio potrebbe essere stato proprio la cerimonia di sabato scorso alla Casa Bianca per annunciare la sua nomina.
A Trump non resta che sperare che la sua malattia abbia un effetto emotivo sugli elettori, dopo il coro di auguri bipartisan, anche all'estero. Ma media ed esperti ritengono che in realtà potrebbe avere un effetto penalizzante, avendolo trasformato in vittima della sua imprudente sfrontatezza verso il virus. E sui social cresce la marea di auguri per la sua morte, tanto che Twitter è stata costretta a rimuovere migliaia di cinguettii funebri.