La misura arriva in risposta alle numerose proteste svoltesi nelle piazze bangladesi le scorse settimane
Secondo l'associazione Human Rights Watch, il Bangladesh ha un tasso di condanne per stupro estremamente basso
DACCA - Il Bangladesh è pronto a introdurre la pena di morte per il reato di stupro, in reazione alle settimane di proteste per le violenze sessuali nel paese.
Secondo l'agenzia di stampa statale Bangladesh Sangbad Sangstha (BSS), ripresa dalla Cnn, il Governo ha infatti approvato lunedì un emendamento che modifica la pena massima per gli stupratori che sono stati condannati: dall'ergastolo si è ora passati alla pena di morte.
La nuova disposizione entrerà in vigore una volta firmata dal presidente del Bangladesh Abdul Hamid, un passo che è considerato una formalità.
«Sarà sicuramente un deterrente, e allo stesso tempo metteremo in pratica tutti gli sforzi possibili per accelerare i processi per i casi di stupro nei tribunali competenti», ha commentato il ministro bangladese Anisul Huq, secondo la BSS.
Il Governo è sotto forte pressione a causa di un video diventato virale qualche settimana fa, nel quale si può vedere un gruppo di uomini che aggrediscono sessualmente una donna nel sud del Paese. Da allora, moltissime persone si sono riversate nelle piazze per chiedere pene più severe e più impegno per prevenire la violenza sessuale.
«Le donne del Bangladesh sono stufe della mancanza, da parte del Governo, di affrontare i ripetuti stupri e le aggressioni sessuali», ha affermato Meenakshi Ganguly, Direttore di Human Rights Watch per l'Asia meridionale, in una dichiarazione della scorsa settimana.
Sono almeno 975 le donne e ragazze che sono state violentate nei primi nove mesi del 2020 in Bangladesh, secondo "Ain o Salish Kendra", un'organizzazione bangladese per i diritti umani con sede a Dacca. Secondo l'associazione Human Rights Watch, il Bangladesh ha un tasso di condanne per stupro estremamente basso, e le vittime incontrano numerose difficoltà nei loro tentativi di denuncia e di perseguire legalmente gli aggressori.