Al discorso d'introduzione dei nuovi cardinali, Papa Francesco ha discusso d'indifferenza e carità in tempi di crisi
SAN PIETRO - Nella messa in San Pietro con i nuovi cardinali, papa Francesco ha messo in guardia dal «sonno della mediocrità», e da «un secondo sonno interiore: il sonno dell'indifferenza».
«Chi è indifferente vede tutto uguale, come di notte, e non s'interessa di chi gli sta vicino - ha detto -. Quando orbitiamo solo attorno a noi stessi e ai nostri bisogni, indifferenti a quelli degli altri, la notte scende nel cuore. Il cuore diventa oscuro».
«Presto si comincia a lamentarsi di tutto, poi ci si sente vittime di tutti e infine si fanno complotti su tutto: lamentele, senso da vittima e complotti, è una catena - ha aggiunto il Pontefice -. Oggi questa notte sembra calata su tanti, che reclamano per sé e si disinteressano degli altri».
«Come ridestarci da questo sonno dell'indifferenza? - ha chiesto il Papa - Con la 'vigilanza della carità. La carità è il cuore pulsante del cristiano: come non si può vivere senza battito, così non si può essere cristiani senza carità». «A qualcuno sembra che provare compassione, aiutare, servire sia cosa da perdenti! - ha osservato - In realtà è l'unica cosa vincente, perché è già proiettata al futuro, al giorno del Signore, quando tutto passerà e rimarrà solo l'amore. È con le opere di misericordia che ci avviciniamo al Signore».
Per Francesco, «ora non viviamo nel giorno, ma nell'attesa del giorno, siamo in attesa del giorno, tra oscurità e fatiche. Il giorno arriverà quando saremo con il Signore. Arriverà, non perdiamoci d'animo: la notte passerà, sorgerà il Signore, ci giudicherà Lui che è morto in croce per noi».
«Vigilare è attendere questo - ha spiegato -, è non lasciarsi sopraffare dallo scoraggiamento, e questo si chiama vivere nella speranza. Come prima di nascere siamo stati attesi da chi ci amava, ora siamo attesi dall'Amore in persona». «E se siamo attesi in Cielo, perché vivere di pretese terrene? - ha aggiunto - Perché affannarci per un po' di soldi, di fama, di successo, tutte cose che passano? Perché perdere tempo a lamentarci della notte, mentre ci aspetta la luce del giorno? Perché cercare dei padrini per avere una promozione, per fare carriera? Tutto passa».
«Pregare e amare, ecco la vigilanza - ha concluso il Papa -. Quando la Chiesa adora Dio e serve il prossimo, non vive nella notte. Anche se stanca e provata, cammina verso il Signore».