È necessario che «tutti i Paesi in grado di contribuire a un accesso equo ai vaccini lo facciano», secondo Hans Kluge.
Nel contempo c'è ancora allarme sulle varianti del virus in circolazione.
GINEVRA - L'Europa deve mostrare più solidarietà sui vaccini, in un momento in cui il 95% delle dosi è stato utilizzato in soli dieci Paesi. L'appello è stato lanciato dalla direzione regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
È necessario che «tutti i Paesi in grado di contribuire a un accesso equo ai vaccini lo facciano», ha detto il direttore europeo dell'Oms Hans Kluge, sottolineando gli «enormi» sforzi compiuti dall'organizzazione per garantire che ogni Paese possa ottenere i vaccini. Kluge non ha nominato i dieci Paesi, ma secondo il sito Our World in Data si tratta di Usa, Cina, Regno Unito, Israele, Emirati Arabi Uniti, Italia, Russia, Germania, Spagna e Canada.
Le varianti destano allarme - Kluge ha poi ribadito che, nonostante l'inizio delle campagne di vaccinazione anti-Covid-19, la velocità di trasmissione osservata in alcuni Paesi - in particolare a causa di nuove varianti più contagiose, come le cosiddette inglese e sudafricana - è «allarmante».
Venticinque paesi della zona Europa, compresa la Russia, hanno registrato casi legati a questo nuovo ceppo "VOC 202012/01", ha spiegato Kluge, parlando della "variante inglese". «Con una maggiore trasmissibilità e una simile gravità della malattia, la variante sta destando preoccupazione: senza un maggiore controllo per rallentare la sua diffusione, ci sarà un maggiore impatto sulle strutture sanitarie già sotto stress e sotto pressione», ha avvertito.
Allo stesso tempo Kluge ha sottolineato che è importante rimanere ottimisti: «Il 2021 sarà un altro anno di coronavirus, ma sarà un anno più prevedibile, la situazione sarà più facile da controllare», ha spiegato, ricordando che 31 paesi su 53 in Europa hanno iniziato le vaccinazioni e a febbraio inizieranno anche tra i paesi svantaggiati che beneficiano del meccanismo Covax promosso dall'Oms.