L'ex presidente, al suo arrivo in Florida, ha trovato una folla di sostenitori che guardano al futuro.
Ovvero: il lancio di un nuovo movimento e la carriera in politica di Ivanka.
PALM BEACH - Hanno preso una giornata di ferie, oppure ore di permesso e affittato bus per venire da ogni parte della Florida. Nel giorno più difficile per Donald Trump, l’ultimo da presidente, i suoi supporter gli sono voluti stare vicino. Con bandiere, canti, maglie, cappelli e decine di altri gadget lo hanno aspettato lungo la strada che collega l'aeroporto a quella che ormai è diventata la sua residenza ufficiale, il resort di Mar-a-Lago, a Palm Beach.
Rompendo una tradizione che durava ormai dal 1869, Trump ha deciso di lasciare la Casa Bianca in anticipo e di non presenziare quindi alla cerimonia di insediamento di Joe Biden. Nel suo ultimo volo sull’Air Force One è arrivato in Florida verso le 11 del mattino di ieri, insieme alla sua famiglia. Alla vista dei supporter, ha fatto rallentare il corteo, per passare accanto a loro quasi a passo d’uomo e salutare idealmente uno a uno i sostenitori che l’hanno accompagnato durante questi lunghi quattro anni. È stata una festa, nonostante il passaggio dei poteri perché per i trumpiani questo «è solo l’inizio». «Trump è e sarà il mio presidente, non riconosco Biden - ci dice Diana, cappellino, mascherina e bandiera dedicati al suo idolo -. Questo è solo l’inizio. Nel suo ultimo discorso è stato chiaro: si è chiuso un capitolo, ma è iniziata l’avventura che lo porterà a capo di un nuovo movimento».
E in effetti, da Palm Beach, dalla Florida, riprenderà l’attività politica dell’ex presidente repubblicano. In questo stato, che nelle passate elezioni presidenziali ha votato a maggioranza per lui, prenderanno la residenza anche il resto della famiglia, con in testa Ivanka che probabilmente cercherà d'iniziare proprio qui la sua carriera politica. «Me lo auguro, è una grande professionista, seria ed elegante. Spero che entri in politica», ci racconta David, un grande sorriso, felice di essere circondato da «centinaia di patrioti che si sono riuniti per dire grazie al presidente - ma soprattutto - per riaffermare con forza che noi siamo con lui, siamo pronti a sostenere il movimento che lui vorrà formare».
Lo scorso novembre, Donald Trump ha perso le elezioni, ma rimane il fatto che oltre 70 milioni di persone hanno votato per lui. I repubblicani sono spaccati, soprattutto dopo l’assalto al Campidoglio dello scorso 6 gennaio, tra l’anima che vorrebbe scaricarlo e ricostruire una solida base per il futuro e la pancia del partito, consapevole di aver ancora bisogno dell’ex presidente, per non perdere la sua base elettorale. «Sarebbe un grande sbaglio considerarlo come il passato. Abbiamo bisogno di conservatori come lui, è stato il più grande presidente che l’America abbia mai avuto. Lui potrà sempre contare su di noi», dicono quasi all’unisono tre amiche che insieme hanno seguito numerosi comizi di Donald Trump.