Più di un migliaio i fermi eseguiti in tutta la Russia.
MOSCA - Questa mattina la polizia russa ha arrestato 519 attivisti in almeno 35 città del Paese. Partecipavano alle proteste per chiedere la liberazione dell'oppositore, e rivale numero uno di Putin, Alexei Navalny. Lo ha reso noto la ong OVD-Info.
Agenti hanno fermato anche la moglie dell'oppositore, Yulia. Stando a Dozhd tivù, la donna si stava recando assieme a un gruppo di manifestanti verso il carcere di Matrosskaya Tishina di Mosca dove è rinchiuso il blogger.
Stando a un primo bilancio, sarebbero 1.502 i manifestanti finora fermati secondo l'ong Ovd-Info: 307 a Mosca, 147 a Krasnoyarsk, 117 a Vladivostok, 99 a Novosibirsk, 97 a San Pietroburgo. Mancano dati più precisi sulle persone fermate in altre località del Paese.
Le proteste sono cominciate nell'estremo est del Paese, incluso nella città di Vladivostok. Navalny, 44 anni, è stato arrestato il 17 gennaio scorso al suo ritorno dalla Germania, dove era stato ricoverato in seguito a un tentativo di avvelenamento.
La condanna degli Usa - Gli Stati Uniti, per bocca del segretario di Stato Antony Blinken, condannano le «tattiche brutali» della Russia contro i manifestanti di opposizione.
«Gli Stati Uniti condannano l'uso persistente di tattiche brutali contro manifestanti pacifici e giornalisti da parte delle autorità russe per la seconda settimana consecutiva» si legge in un tweet. «Rinnoviamo il nostro appello alla Russia affinché rilasci i detenuti per aver esercitato i loro diritti umani, tra cui Alexei Navalny», conclude Blinken.