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Le mascherine, una bomba ambientale pronta a esplodere

DANIMARCALe mascherine, una bomba ambientale pronta a esplodere

12.03.21 - 12:26
Se ne producono decine di miliardi ogni mese, ma non esistono linee guida ufficiali sul riciclo
Depositphotos (MAK7max)
Si producono decine di miliardi di mascherine ogni mese, ma non ci sono linee guida per il loro riciclo.
Si producono decine di miliardi di mascherine ogni mese, ma non ci sono linee guida per il loro riciclo.
Fonte Ats Ans
Le mascherine, una bomba ambientale pronta a esplodere
Se ne producono decine di miliardi ogni mese, ma non esistono linee guida ufficiali sul riciclo

COPENAGHEN - Le mascherine: una bomba di plastica pronta a esplodere. Studi recenti stimano che a livello planetario se ne utilizzino 129 miliardi ogni mese, ovvero 3 milioni al minuto. La maggior parte sono usa e getta, realizzate con microfibre di plastica.

Con l'aumento dei rapporti sullo smaltimento inappropriato di questi dispositivi di protezione, è urgente riconoscere questa potenziale minaccia ambientale e impedire che diventi il prossimo problema da dover affrontare relativo alla plastica.

L'avvenimento arriva da un commento sulla rivista Frontiers of Environmental Science & Engineering, degli studiosi della University of Southern Denmark. I ricercatori spiegano che le mascherine usa e getta sono prodotti in plastica che non possono essere rapidamente biodegradati che si frammentano in particelle di plastica più piccole, ovvero micro e nanoplastiche che si diffondono negli ecosistemi.

L'enorme produzione è simile a quella delle bottiglie di plastica, stimata in 43 miliardi al mese. Tuttavia, a differenza di queste ultime (di cui circa il 25% viene riciclato), non esistono linee guida ufficiali sul riciclo delle mascherine, il che rende più probabile che vengano smaltite come rifiuto solido.

La preoccupazione più recente e maggiore riguarda la loro realizzazione con fibre di plastica microsize (spessore da 1 a 10 micrometri). Quando si diffondono nell'ambiente, possono rilasciare più microplastiche, in maniera più facile e veloce delle plastiche sfuse come i sacchetti, un impatto che può essere aggravato da quelle di nuova generazione, le cosiddette nanomascherine.

I ricercatori sottolineano di non sapere come le mascherine contribuiscano al gran numero di particelle di plastica rilevate nell'ambiente, semplicemente perché non esistono dati. «Ma sappiamo - afferma Elvis Genbo Xu, autore dell'articolo - che, come altri detriti di plastica, possono accumulare e rilasciare sostanze chimiche e biologiche nocive, come il bisfenolo A, metalli pesanti e microrganismi patogeni. Questi possono comportare impatti negativi indiretti su piante, animali ed esseri umani». Tra i suggerimenti vi è quello di pensare a sistemi di conferimento specifici e standardizzati per le mascherine e di realizzarne di biodegradabili.

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