Confermate tutte le zone gialle per la prossima settimana. In rosso ci sarà solo la Valle d'Aosta
Nessuna Regione presenta un rischio pandemico alto. Tuttavia c'è preoccupazione per la diffusione crescente della variante inglese che ha una prevalenza del 91.6% su scala nazionale.
ROMA - Non erano previsti grossi colpi di scena e infatti non ne sono arrivati. La prossima settimana l'Italia si presenterà con una veste cromatica del tutto simile a quella di questi giorni, con ben quattordici regioni incluse in fascia gialla (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto e le province autonome di Bolzano e di Trento), ovvero quella a basso rischio.
I cambiamenti sono minimi e riguardano solamente due Regioni. La Sardegna è promossa al livello arancione - dove sono confermate la Calabria, la Basilicata, la Sicilia e la Puglia -, mentre a scivolare in zona rossa (in solitaria) è la Valle d'Aosta. Il ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, firmerà in giornata l'ordinanza che entrerà in vigore da lunedì 3 maggio.
La variante inglese è ormai dominante
La situazione complessiva nella vicina Penisola, stando all'ultimo monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità italiano, è in miglioramento e nessuna Regione presenta un rischio pandemico elevato, anche se l'indice Rt nazionale è tornato a salire a 0,85. La preoccupazione è però legata alla diffusione sempre più massiccia della variante inglese, che ha una prevalenza generale del 91.6%, con valori che oscillano nelle singole Regioni tra il 77.8% e il 100%.
Nettamente meno presente è invece quella brasiliana, con una prevalenza del 4.5%, mentre le altre varianti monitorate dall'ISS non superano la soglia dello 0.5%. Quella indiana in particolare è stata per ora riscontrata in un unico caso.
«Bisogna mantenere ancora alta l'attenzione, specie nel momento in cui ci sono delle riaperture», ha detto in conferenza stampa il direttore della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. «Rispetto alle varianti, sta aumentando la capacità di sequenziamento nel Paese: quello inglese è ora il ceppo predominante ma per fortuna non c'è un aumento rilevante di altre varianti».
«I colori? Utili in autunno. Ora però...»
Il sistema a colori italiano inizia però a conquistarsi anche qualche"nemico". È il caso del presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, per il quale andrebbe adeguato all'attuale scenario della pandemia. «Penso che il sistema dei colori contro la diffusione dei contagi sia stato utile nell’autunno dello scorso anno», ha detto ieri, aggiungendo come a suo avviso «le misure in mezzo a una pandemia siano da modulare rispetto alla situazione contingente». «Ogni scelta comporta un rischio, chiaro che è necessario trovare equilibri - sostiene Fedriga, ma rispetto a misure scritte su carta bianca, bisogna capire se sono efficaci».