Dopo il caso di Crema, con la sindaca citata per la mano di un bimbo schiacciata in una porta, il muro web dei sindaci
MILANO - Un bambino si schiaccia le dita in una porta tagliafuoco automatica all'asilo nido, si fa male - ci vorranno 3 mesi per recuperare del tutto - ma non malissimo.
Circa sei mesi dopo, alla sindaca di Crema, arriva un avviso di garanzia, per la Procura la sua responsabilità sta «nella mancanza di dispositivi idonei a evitare la chiusura automatica della porta», riportano CremaToday e il Corriere della Sera.
Il caso di Stefania Bonaldi, che sui social ha incassato il sostegno di molti altri suoi colleghi da tutta Italia, è assai emblematico di un momento in cui, nella vicina Penisola, il dibattito sulle responsabilità dei sindaci davanti alla legge è particolarmente acceso.
Il motivo è abbastanza facile da riassumere, fare il sindaco mai come oggi ti mette di fronte a una serie di controversie legali, che possono protrarsi per diversi anni e anche dopo il termine di mandato, a fronte di una retribuzione non sempre all'altezza e controindicazioni anche importanti per quanto riguarda la carriera politica e il lavoro.
Ne parla anche la stessa Bonaldi su Twitter, con un commento che riassume bene il malessere diffuso fra chi si trova a dirigere città e comuni: «Credo sia il caso d'interrogarsi sul sistema forse è il caso di rivedere il tema della responsabilità dei sindaci che sono chiamati a rispondere di tutto. Tutti i colleghi hanno detto: “Utilizziamo questa situazione paradossale per far capire come non può continuare a funzionare che un sindaco venga chiamato a rispondere per tutto quello che accade nel perimetro del suo Comune, che venga chiamato per una responsabilità oggettiva“».
Il senso è più o meno questo: se un sindaco sbaglia, è giusto che sia chiamato davanti alla legge, ma - anche se è vero che è il primo rappresentante della Città - può essere veramente ritenuto responsabile di tutta una serie di cose che, di fatto, sono al di là del suo controllo, tipo una singola porta tagliafuoco di uno degli asili della città?
Una bilancia talmente sfasata che conferma come non sia un caso che, in vista delle amministrative di settembre, siano diversi gli schieramenti che si trovano in difficoltà nel trovare candidati sindaci. E questo è vero soprattutto nelle grandi città, quelle dove il rischio di ripercussioni negative, a livello personale, è esponenzialmente maggiore.
Di recente anche il primo cittadino di Milano Beppe Sala, che sull'argomento si è pronunciato più volte affermando «così non si può più andare a vanti», in una lettera al quotidiano milanese aveva confermato che «essere sindaco significa assumersi rischi straordinari: minacce, denunce e rischi di natura giuridica».
E proprio Sala, che oggi ha incontrato Mattarella in visita nel capoluogo meneghino, ha confermato l'intenzione di parlare con il presidente della questione.