L'American Rescue Plan potrebbe far scendere l’indice di povertà negli Stati Uniti dal 12,6% al 9%
WASHINGTON D.C. - Il coraggioso e necessario American Rescue Plan sta già iniziando a dare i primi risultati.
Si tratta del pacchetto di contributi sociali approvato a marzo dal Congresso ed ideato dall’amministrazione del presidente Joe Biden per combattere la povertà negli Stati Uniti. Grazie a questa misura i nuclei familiari dunque stanno ricevendo tra i 250 e i 300 dollari al mese per ogni figlio minorenne.
Le famiglie con figli di età inferiore ai cinque anni, totalizzeranno 3600 dollari all’anno per bimbo, mentre ai ragazzini di età compresa tra i 6 e i 17 anni, spetteranno 3000 dollari. Prima dell’implementazione del nuovo piano, la cifra si fermava a 2000 dollari annui per minore. «Un passo gigante verso la fine della povertà infantile in America», così lo ha definito l’inquilino della Casa Bianca. In effetti secondo gli esperti, le misure straordinarie adottate sono le più incisive in questo senso negli ultimi cinquanta anni. L’impatto nella vita delle famiglie indigenti, soprattutto quelle con minori, è già significativo.
Il provvedimento potrebbe far scendere l’indice di povertà dal 12,6% al 9%. L’obiettivo ambizioso è quello di dimezzare l’indice di povertà infantile. A beneficiarne soprattutto le famiglie appartenenti a minoranze, in particolare afroamericani e nativi americani. Una misura essenziale se si pensa che già prima della pandemia i bambini e i ragazzi che vivevano sotto la soglia di povertà erano ben undici milioni. In pratica un minore su sei in Usa fa i conti con miseria e con alimentazione precaria. Cifre da far accapponare la pelle. Il nuovo piano, dunque, tenta di arginare una situazione estremamente preoccupante.
Storicamente l’indice di povertà dei bambini americani è significativamente maggiore di quello che si registra nelle nazioni Europee. Una situazione inaccettabile in una delle democrazie più ricche al mondo.
Povertà che innesca una serie di deleterie reazioni a catena. L’indigenza, difatti, è indissolubilmente legata a condizioni di salute precarie ed istruzione scadente. Entrambi i fattori determinano, poi, il fenomeno della cosiddetta trasmissione intergenerazionale della povertà, ovvero la “condanna” per i figli di indigenti a vivere nelle stesse condizioni dei genitori.