L'ex Segretario di Stato americano è morto per complicazioni da Covid-19. Una prova che il vaccino non funziona? No.
Powell, 84 anni, era affetto da tempo da un mieloma multiplo. Un quadro che lo poneva quindi a rischio nonostante la vaccinazione che, come noto, non ha un'efficacia del 100%. Così come nessun altro vaccino o farmaco.
WASHINGTON - La morte di Colin Powell, l'ex Segretario di Stato americano scomparso ieri all'età di 84 anni, ha portato un nuovo soffio di vento in poppa alla flotta degli scettici della pandemia e, soprattutto, della campagna vaccinale anti-Covid. E non solo oltre le acque dell'oceano Atlantico. Qualche increspatura sul pelo dell'acqua la si è potuta avvistare anche nei feed "social" alle nostre latitudini. Gli «avete visto?»; gli «ecco» e i «perché non scrivono nel titolo che si era vaccinato?».
Sì, perché Colin Powell, nonostante fosse completamente vaccinato, è deceduto in seguito ad alcune complicazioni sorte dopo essersi contagiato con il coronavirus. E poco importa quindi che, oltre all'età avanzata, l'ex Segretario di Stato combattesse da anni contro un mieloma multiplo, che lo poneva quindi nella categoria dei casi a rischio, nonostante tutte le precauzioni. Inclusa la vaccinazione. E così i link che rimandavano alla notizia della sua morte hanno iniziato a propagarsi con vivace insistenza tra le righe di post, risposte e commenti in quel di Facebook; il tutto con il consueto "manierismo": l'assenza di un contesto chiaro e il "caps lock" d'ordinanza perennemente innescato.
Se l'effetto positivo dei vaccini sull'andamento della pandemia è ormai un fatto che non può essere negato - i numeri dei ricoveri e dei decessi ne dimostrano l'efficacia nell'abbattere i rischi legati al Covid -, c'è chi non rinuncia a mettere sotto i riflettori il singolo caso ignorando però il quadro generale. Statistiche e tendenze che vengono comodamente lasciate nell'ombra per dimostrare che anche una persona vaccinata può morire a causa del Covid-19. Ma qualcuno lo ha mai negato? La risposta sta ancora una volta nelle cifre, quelle che ormai conosciamo da quasi un anno. Nessun vaccino anti-Covid è efficace al 100%, così come «non lo è nessun altro vaccino e, virtualmente, nessuna terapia medica» o farmaco, come ha ben ricordato la dottoressa Leana Wen, analista di temi medici e sanitari per la CNN.
«Il vaccino? Come un impermeabile». Ma dipende quanto piove...
I fatti quindi cosa ci dicono? Innanzitutto che i vaccini proteggono, come dimostra il fatto che una netta maggioranza dei ricoveri in ospedale riguardi persone che non si sono vaccinate. Negli Stati Uniti la percentuale di persone vaccinate che hanno dovuto essere ricoverate si aggira attorno al 4-5%. Ma i vaccini, non va dimenticato, svolgono un ruolo di protezione su due livelli. Da un lato c'è la protezione diretta sul singolo individuo. Dall'altra troviamo l'effetto secondario del ridurre la circolazione del virus. Il concetto di "gregge" lo conosciamo, ma l'esempio dell'impermeabile che propone la dottoressa Wen è forse ancora più efficace. «Pensate al vaccino contro il Covid-19 come a un bell'impermeabile. Vi ripara molto bene quando c'è una pioggia leggera. Se però vi ritrovate in mezzo a un temporale ci sono buone possibilità che possiate comunque bagnarvi. Non significa però che l'impermeabile sia difettoso».