In Thailandia esiste un mercato nero dei guanti per uso medico, che vengono semplicemente ridipinti
NEW YORK - Insieme alle mascherine, c'è un altro dispositivo di protezione con cui abbiamo imparato a convivere dallo scoppio della pandemia: i guanti monouso. Poco utilizzati dalle persone comuni, sono un accessorio indispensabile per il personale sanitario, soprattutto durante un'emergenza sanitaria.
Ora la Cnn ha rivelato, attraverso un'inchiesta, il traffico illecito di decine di milioni di guanti per uso medico dalla Thailandia. Nel Paese infatti esiste da mesi un mercato nascosto di guanti in nitrile. Vere e proprie strutture offrono un servizio di "ripristino" di guanti usati, alcuni con ancora macchie di sangue e sporchi, che vengono semplicemente ripitturati di azzurro. Le autorità thailandesi stanno cercando di arginare il fenomeno, ma ciò non ha impedito alle aziende di spedire in più parti del mondo guanti già utilizzati.
Il motivo del riutilizzo dei guanti è presto spiegato: con la pandemia la domanda di questi dispositivi di protezione è schizzato alle stelle. Ma la produzione, complici anche le chiusure e i lockdown, non è riuscita a reggere il passo. Le aziende, soprattutto thailandesi e vietnamite, hanno dunque preso la palla al balzo.
Tuttavia i controlli sono arrivati troppo tardi, anche perché negli USA i regolamenti sull'importazione di attrezzature mediche protettive sono state in parte temporaneamente sospese.
A febbraio un'azienda statunitense ha avvertito le autorità quando ha ricevuto una spedizione di guanti di qualità scadente e sporchi da una fabbrica thailandese. Eppure questa azienda è riuscita a spedire altri milioni di paia nei mesi successivi, senza che venisse fermata. Gli ultimi pezzi sono arrivati a luglio.
Attualmente sono in corso indagini penali da parte delle autorità statunitensi e thailandesi.