La Germania ha registrato l'incidenza di casi più alta dall'inizio della pandemia. E qualcuno spinge per la regola 2G.
Il Ministro della sanità Jens Spahn ha parlato apertamente di "pandemia dei non vaccinati". Secondo il governo tedesco, la quota di popolazione vaccinata contro il Covid-19 (circa il 67%) sarebbe ancora troppo bassa.
BERLINO - È una «pandemia dei non vaccinati». Sono le parole con cui il Ministro della sanità tedesco, Jens Spahn, ha tracciato il perimetro dell'ondata di contagi da coronavirus che ha travolto la Germania tra la fine di ottobre e i primi di novembre.
In meno di due settimane, il numero di casi attivi è pressoché raddoppiato e il tasso di contagi ogni 100'000 abitanti ha raggiunto il suo massimo dall'inizio della crisi sanitaria, toccando - riferisce il Robert Koch Institute - quota 201.1 e superando così il 197.6 che era stato registrato nella settimana tra il 15 e il 22 dicembre dell'anno scorso, nel bel mezzo della seconda ondata di Covid-19.
Durante la scorsa settimana, in Germania sono stati registrati in media 34mila casi positivi al giorno, arrivando a segnare un record venerdì con oltre 37mila casi, più del doppio rispetto a sette giorni prima. A far correre il virus, secondo Berlino, è un tasso di vaccinazioni che sarebbe ancora troppo basso nella popolazione. Stando alle cifre di OurWorldInData, il 66.52% dei cittadini tedeschi risulta vaccinato in modo completo contro il coronavirus. Volendo contare anche chi ha ricevuto una sola dose, si sale di poco sopra alla soglia del 69%. Numeri superiori sia alle vicine Svizzera e Austria. Ed è proprio sul modello seguito da quest'ultima che sembrano ruotare le riflessioni di una parte della politica tedesca.
La Germania farà come l'Austria?
Dalla mezzanotte di oggi, Vienna ha imposto un nuovo giro di vite alle persone non vaccinate. Per loro niente più caffè al bar né cena al ristorante. Più in generale, chi non si è immunizzato non può avere accesso a luoghi d'incontro e di aggregazione. La misura, assai discussa, è presente anche nelle riflessioni portate avanti dagli addetti ai lavori nel Paese teutonico. Il numero uno della Bundesärztekammer - l'Associazione medica tedesca - Klaus Reinhardt, ha aperto alla possibilità. Nel Land della Sassonia, dove l'incidenza dei nuovi casi (su base settimanale) ogni 100mila abitanti è salita a più del doppio rispetto alla media nazionale (491.3), si è già andati oltre, con l'accesso ai locali pubblici consentito solo a vaccinati e guariti.
«Ci serve la 2G»
È la cosiddetta "regola 2G" (che stanno per geimpft e genesen), che di fatto sbarra le porte a chi invece si affida alla via dei test per "rinnovare" il proprio "pass". La via scelta dall'Austria ed evocata da qualcuno anche in Svizzera. La settimana scorsa, il premier della Sassonia, Michael Kretschmer, aveva rivolto un nuovo appello ai suoi omologhi, chiedendo un vertice urgente per discutere la questione. «Non sarebbe corretto confinare tutti alla stessa maniera. Ci serve la "2G". E, soprattutto, servono un'azione e una voce politica compatte». Secondo il premier sassone, i «semafori sono tutti rossi e i segnali d'allarme sono accesi». «Dobbiamo proteggere il Paese da un lockdown. Ed è fondamentale agire ora, non fra 14 giorni o tre settimane».