Le indagini non sono state in grado di risalire al proprietario. L'altra metà andrà al comune di Chamonix
CHAMONIX - Quando nel 2013 l'escursionista che stava scalando il ghiacciaio di Bossons sul Monte Bianco si è ritrovato davanti una cassettina metallica, di certo non immaginava che poteva contenere gemme preziose, tra cui smeraldi, zaffiri e rubini. L'uomo aveva poi consegnato il bottino alla gendarmeria savoiarda, che aveva avviato le indagini per cercare di risalire ai proprietari, rivelatesi però infruttuose.
Ora, a distanza di otto anni, le autorità hanno deciso di spartirsi il bottino: metà andrà al comune di Chamonix mentre l'altra metà allo scalatore, riferisce AFP.
Le pietre preziose sono state nel frattempo valutate a circa 300'000 euro (poco più di 310'000 franchi), e divise equamente.
Ma a chi appartenevano le pietre preziose? Dal ritrovamento sono emersi alcuni indizi che facevano pensare ad un'origine indiana. Il pensiero è andato subito ai due voli che si sono schiantati nella zona decenni prima. Il primo nel 1950, in cui 48 persone hanno perso la vita. Il secondo risale invece al 1966, quando un aereo della compagnia aerea indiana colpì la montagna, causando la morte di 117 persone. Le indagini si sono sempre concentrate su quest'ultimo volo, partito da Mumbai e diretto a New York, senza però trovare mai il proprietario.