Un'indagine ha rivelato che ci sono stati una quarantina d'incidenti e in sette casi i pazienti ne hanno sofferto
LONDRA - Ore interminabili, pazienti che arrivano uno dopo l'altro, ospedali sovraccarichi. La pandemia è stata il coltello nella piaga per un sistema sanitario che già prima del Coronavirus era a corto di risorse. Ora i dottori affermano di star facendo sempre più errori e danni.
Lo scorso mese la Medical Defense Union (Mdu) ha condotto un'indagine in tutto il Regno Unito e i risultati a cui è arrivata hanno rivelato che i medici sono estremamente stanchi. Le cause principali sono tre: turni di lavoro più lunghi, carico crescente e carenza diffusa del personale. L'Mdu ha sentito 532 dottori che operano su tutto il territorio britannico, tra questi rientrano medici ospedalieri e di famiglia, consulenti, specialisti e medici in formazione.
Quasi sei su dieci, ossia il 59%, hanno riferito che durante la pandemia hanno fatto sempre più fatica a prendere sonno. In particolare, riporta il Guardian, uno su dieci soffre ogni giorno d'insonnia e il 28% si sente privato delle ore di riposo notturne settimanalmente. Più di uno su sei ha riferito che la mancanza di sonno sta influenzando il proprio lavoro. Durante la sua indagine, l'Mdu ha constatato che si sono verificati 40 incidenti causati dall'esaurimento del personale di cura. In sette casi i pazienti hanno riportato dei danni. Un dottore ha spiegato di aver somministrato della penicillina a una persona, dopo che questa aveva detto di essere allergica e che ha quindi avuto uno shock anafilattico.
Il 64% degli intervistati ha affermato di avere una scarsa concentrazione, il 40% di avere difficoltà decisionali, il 37% di soffrire di sbalzi di umore e il 30% di avere problemi di salute mentale. Più del 90% dei 532 dottori ha raccontato di aver lavorato più ore rispetto a quelle previste dal contratto. Più della metà ha fatto dalle cinque alle 20 ore di straordinari a settimana. Uno su tre ha dichiarato di aver non aver avuto pause in almeno una giornata lavorativa.