La variante sarebbe più contagiosa perché riesce a sfuggire meglio agli anticorpi, sottolineano due studi
BOSTON - La rapida diffusione della variante Omicron del coronavirus non è dovuta alla sua maggiore carica virale come si poteva ipotizzare. Due studi, realizzati a Boston e Ginevra, suggeriscono che tale mutazione sia più contagiosa perché sfugge meglio agli anticorpi generati dal vaccino o con la guarigione.
La ricerca statunitense si è basata sui giocatori di basket della lega americana NBA. Essa prescrive agli atleti test particolarmente frequenti, offrendo alla squadra di Yonatan Grad della Harvard T. H. Chan School of Public Health un pool particolarmente ricco di soggetti da analizzare.
I confronti dei test PCR da tamponi nasali e alla gola dei giocatori hanno mostrato che quelli infettati con Omicron non avevano una carica virale superiore a quelli contagiati dalla variante Delta. Anzi, questo valore era addirittura leggermente inferiore.
Benjamin Meyer, un virologo dell'Università di Ginevra, si è detto sbalordito dei risultati ottenuti da Grad. «Naturalmente si potrebbe pensare che una maggiore trasmissibilità sia associata a una maggiore carica virale», afferma in un articolo pubblicato sul sito web di Nature, e che riassume ambo i lavori.
Con i suoi colleghi ha dunque fatto un ulteriore passo avanti nella ricerca, misurando non solo l'RNA virale, ma anche il numero di particelle infettive sui tamponi di 150 volontari. Con questo metodo più rigoroso, non è stata trovata alcuna differenza significativa tra la carica virale dei soggetti vaccinati colpiti da Omicron e quelli da Delta.
Il team di Meyer ha inoltre esaminato nel dettaglio i campioni di soggetti vaccinati ma comunque contagiatisi con la Delta. I ricercatori hanno così scoperto che circa la metà conteneva ancora il virus capace di infettare cinque giorni dopo il test positivo. A una conclusione simile sono giunti a Boston analizzando persone con Omicron.
Non vi è un chiaro approccio universale sul momento dopo il quale le persone infettate non sono più contagiose per gli altri. Entrambi gli studi raccomandano alle autorità di imporre un tampone negativo come condizione per uscire dall'isolamento dopo cinque giorni, oltre alle ben note misure come l'obbligo di mascherina e il distanziamento sociale.