Lo confermano i più recenti test in vitro, i cui risultati sono stati presentati alla CROI di Seattle
SEATTLE - Remdesivir, il primo degli antivirali resisi disponibili per il trattamento di Covid-19, è ancora efficace contro la gran parte delle nuove varianti succedutesi negli ultimi mesi. È uno dei dati emersi nel corso della Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) tenutasi nei giorni scorsi a Seattle.
In test condotti in vitro, remdesivir ha dimostrato di mantenere un'efficacia comparabile a quelle che presentava contro la versione originaria del virus SarsCov2 anche quando usato contro sotto-varianti più recenti come BQ.1.1, XBB o BA.2.75.
Nel corso della conferenza sono stati inoltre prestati altri studi che hanno mostrato come il trattamento tempestivo con l'antivirale riduca la mortalità e il rischio di avere bisogno di un nuovo ricovero nei pazienti ospedalizzati per Covid-19.
In particolare, in una ricerca che ha analizzato i dati di 500 mila pazienti americani ricoverati per Covid è emerso che l'inizio del trattamento con remdesivir entro due giorni dal ricovero è stato in grado di ridurre tra il 19% il 26% il rischio di morte dei pazienti. Questi risultati si sono stati mantenuti costanti nel tempo, nonostante l'avvicendamento delle varianti. Il trattamento si è dimostrato efficace anche in pazienti fragili, come quelli con compromissione del sistema immunitario.
È risultato invece ridotto del 27% il rischio di un nuovo ricovero nei 30 giorni successivi alle dimissioni per i pazienti trattati con l'antivirale. Il vantaggio era confermato anche per chi aveva avuto forme di Covid più gravi che avevano richiesto il supporto respiratorio.