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GUERRA COMMERCIALE

«I dazi sono sbagliati». «Il dialogo la via migliore»

Arrivano le prime reazioni ai dazi statunitensi.
REUTERS
Fonte ATS
«I dazi sono sbagliati». «Il dialogo la via migliore»
Arrivano le prime reazioni ai dazi statunitensi.

BRUXELLES - La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen risponderà domani mattina presto, alle 5 ora svizzera, ai dazi annunciati da Donald Trump. Verso l'Unione Europea saranno del 20%, verso la Svizzera del 31%. Intanto sono arrivate molte reazioni, tutte contrarie alle misure introdotte dal presidente americano e tendenti alla richiesta di un fronte comune europeo e a un dialogo per evitare una guerra commerciale.Von der Leyen parlerà da Samarcanda, in Uzbekistan, dove è atterrata oggi per il vertice Ue-Asia Centrale.

Intanto su X sono arrivate le prime reazioni. Giorgia Meloni ha affermato che «faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l'obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l'Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell'interesse dell'Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei». E si è poi lasciata andare a un «l'introduzione da parte degli USA di dazi verso l'Unione Europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti».

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha scritto che «occorre evitare una guerra commerciale fatta di dazi Usa che danneggerebbe i cittadini statunitensi ed europei. Siamo già al lavoro con la Ue e i partner europei per una prima valutazione e una risposta comune: domani a Bruxelles vedrò il commissario Sefcovic». Serve «una risposta basata su un approccio pragmatico, basato sul dialogo. Serve un negoziato costruttivo, con la schiena dritta, che tenga conto delle preoccupazioni americane ma tuteli i sacrosanti interessi europei». In ogni caso, «il Governo non lascerà indifeso il sistema produttivo italiano. Lavoreremo alla diversificazione dei mercati di sbocco dei nostri prodotti, come indicato dal Piano d'azione per l'export», ha aggiunto.

Le scelte di Trump sono state criticate da più fronti. Il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova è stato molto duro: «Trump inventa un saccheggio dell'America da parte degli altri paesi che non è mai esistito. E si inventa un potere taumaturgico e magico dei dazi a vantaggio dell'economia americana che esiste solo nella propaganda sua e dei suoi. Trump si inventa che l'IVA sia un dazio e impone il 20% di dazi generalizzati sulle importazioni dalla Ue e il 25% su tutte le auto. La guerra commerciale più stupida della storia (cit. WSJ) è stata iniziata oggi da Trump». A suo avviso, «l'Ue, compatta, dovrà reagire con serietà e fermezza a questa insensata politica nazionalista e protezionista della attuale amministrazione americana, che deprimerà la crescita e alimenterà l'inflazione». Ha invitato la premier Meloni a «non essere infantile: scelga l'Unione europea e lavori per la risposta più efficace nel medio-lungo periodo al protezionismo antieuropeo di Donald Trump». Le parole di Meloni, al momento, parrebbero andare vero il suo appello.

Il Regno Unito ha affermato di essere ancora impegnato a raggiungere un accordo con gli Stati Uniti per mitigare l'impatto dei dazi annunciati da Donald Trump. Alla Gran Bretagna saranno applicate tariffe al 10%. «Il nostro approccio è di rimanere calmi e impegnati a concludere questo accordo, che speriamo mitigherà l'impatto di quanto annunciato», ha affermato il ministro per le imprese Jonathan Reynolds.

L'Irlanda, attraverso una nota del ministro degli Esteri Simon Harris sostiene che «l'Ue dovrà rispondere in modo proporzionato, proteggendo i nostri cittadini, i nostri lavoratori e le nostre imprese. L'Ue e l'Irlanda sono pronte a trovare una soluzione negoziata con gli Stati Uniti. Il negoziato e il dialogo sono sempre la via migliore». Si dice convinto che «con i dazi non ci sono vincitori: sono dannosi per i consumatori, mettono a rischio i posti di lavoro e aumentano i costi e l'incertezza per le imprese. Insieme ai miei colleghi di governo e all'Ue esamineremo la situazione e il modo migliore per reagire nelle prossime ore e nei prossimi giorni», ha sottolineato.

Il premier svedese Ulf Kristersson in un video pubblicato su X dopo l'annuncio di Donald Trump ha detto che il suo paese non vuole una guerra commerciale. «Mi rammarico profondamente per il percorso intrapreso dagli Stati Uniti, che cercano di limitare il commercio con dazi più elevati. Non vogliamo barriere commerciali crescenti».

Preoccupazione anche da parte di Copa-Cogeca, la confederazione delle imprese agricole europee. «Queste tariffe e le potenziali risposte di ritorsione avranno ripercussioni significative sui flussi commerciali globali, porteranno a un aumento dei prezzi dei prodotti internazionali, a un calo dei consumi e a un aumento dei costi e delle difficoltà di approvvigionamento dei fattori di produzione essenziali per la produzione agricola. La comunità agricola chiede a entrambe le amministrazioni di esaurire completamente i canali diplomatici prima di ricorrere a qualsiasi misura commerciale», si aggiunge nella nota.

«Per i nostri amici americani, oggi non è il giorno della liberazione, è il giorno del risentimento. I dazi di Donald Trump non difendono il commercio equo, lo attaccano per paura e danneggiano entrambe le sponde dell'Atlantico. L'Europa è unita, pronta a difendere i propri interessi e aperta a colloqui equi e fermi». Lo scrive su X il presidente del Ppe, Manfred Weber.

L'industria chimica tedesca ha chiesto all'Ue di «mantenere la calma» in risposta ai nuovi annunciati da Donald Trump, avvertendo che «un'escalation non farebbe che aumentare i danni. Ci rammarichiamo della decisione del governo statunitense», ha affermato l'Associazione dell'industria chimica tedesca (Vci) in una nota, invitando Bruxelles a mantenere uno «stretto dialogo» con gli Stati Uniti, il più grande mercato di esportazione per il comparto tedesco.

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