Secondo Kiev, il presidente russo aveva intenzione di schierare armi nucleari presso l'alleato prima dell'invasione dell'Ucraina
MOSCA / MINSK - Il presidente russo Vladimir Putin probabilmente voleva schierare armi nucleari in Bielorussia anche prima dell'invasione dell'Ucraina. Lo afferma l'Istituto per lo studio della guerra (Isw), come riportano i media ucraini, commentando l'annuncio di ieri del Cremlino.
Tuttavia, secondo gli analisti del centro studi statunitense, Putin ha poi deciso di far coincidere il dispiegamento di queste armi a Minsk con l'avvio di una nuova campagna d'informazione volta ad intimidire l'Ucraina ed i Paesi dell'Ue.
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko aveva suggerito a Mosca di collocare armi nucleari sul territorio del Paese già dal 30 novembre 2021, prosegue il rapporto, e nel febbraio 2022 Minsk aveva annullato la clausola costituzionale che garantiva lo status neutrale della Bielorussia.
Minsk come «ostaggio nucleare»
Secondo le autorità di Kiev, la Russia sta tenendo Minsk come «ostaggio nucleare»: lo afferma il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino, Oleksiy Danilov, riferendosi all'annuncio di ieri del presidente russo Vladimir Putin di voler dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia.
«Il Cremlino ha preso la Bielorussia come ostaggio nucleare», ha scritto Danilov su Twitter. «La dichiarazione di Putin sul posizionamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia, un passo verso la destabilizzazione interna del Paese, massimizza il livello di percezione negativa e di rifiuto pubblico della Russia e di Putin nella società bielorussa. Il Cremlino ha preso la Bielorussia come ostaggio nucleare": si legge nel tweet.