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L’esodo nel deserto di fango Dopo il maltempo, oltre 70'000 persone rimaste bloccate al festival Burning Man in Nevada stanno lasciando ora il pantano dell'accampamento.
BLACK ROCK CITY - Dopo la pioggia che da venerdì scorso si è abbattuta incessantemente a Black Rock City durante il festival Burning Man, la situazione meteorologica inizia a migliorare nel deserto del Nevada. Pian piano le oltre 70’000 persone rimaste bloccate nell’accampamento a causa del fango che si è creato in tutto il perimetro dell’evento, hanno iniziato a tornare a casa.
Il terreno si è parzialmente asciugato permettendo ad alcune auto, camper e bus sommersi nel pantano di ripartire. Migliaia di persone però sono ancora bloccate. Nel frattempo la polizia locale, che stava indagando sulla morte di un 40enne, ha confermato che il decesso non è legato al maltempo.
L’esodo di massa è dunque iniziato. «Secondo le prime indicazioni fornite da parte degli organizzatori, non saremo riusciti a partire prima di martedì», ha raccontato una partecipante alla Bbc.
Solo alcuni temerari hanno affrontato due ore a piedi per uscire dal pantano. La maggior parte delle 72’000 persone presenti al festival sono rimaste nel deserto ballando nel fango e organizzando karaoke. I racconti, riportati dalla stampa internazionale, dei diversi testimoni che hanno vissuto l'esperienza traumatica, ricalcano uno script spesso uguale. L’euforia iniziale ha lasciato spazio progressivamente ad ansia ed esasperazione.
La situazione precaria e la mancanza di servizi igienici hanno infatti stravolto l’atmosfera del festival. Migliaia di persone stanche ed esasperate hanno iniziato a chiedere di poter lasciare l’accampamento. «Sono stata coperta di fango per tre giorni», ha raccontato un ragazzo alla Bbc. «Non ci sono docce qui».
Una situazione aggravata dalla scarsità di acqua e cibo che si è risolta soltanto questa mattina quando il cambiamento meteo ha permesso le prime partenze.
