Il presidente francese Emmanuel Macron e gli alti funzionari Onu sui recenti sbarchi a Lampedusa
«Il dovere di tutti noi europei è non lasciare l'Italia sola dinanzi a quello che sta vivendo. Considero che sia responsabilità dell'Unione europea tutta intera essere al fianco dell'Italia». Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, commentando la situazione dei migranti a Lampedusa.
La situazione a Lampedusa, ha proseguito Macron rispondendo ai cronisti a margine di una missione nel dipartimento di Côte d'Or, nella provincia francese, mostra che «gli approcci strettamente nazionalisti hanno i loro limiti».
Rispetto a questi migranti, ha continuato, «agiremo come abbiamo sempre fatto, con rigore e umanità». E ancora: «Ci sono bambini, persone molto fragili, possiamo prevenire queste migrazioni ma prima bisogna prendersi cura di loro». Poi, bisognerà «vedere se queste persone hanno diritto d'asilo o a una protezione o se vanno rimpatriate».
Nel frattempo all'Onu - «Decongestionare l'isola rimane una priorità assoluta e apprezziamo gli sforzi delle autorità locali e centrali in tal senso che hanno già trasferito circa 5'000 persone nelle ultime 28 ore». Ad affermarlo è Chiara Cardoletti, rappresentante dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) per l'Italia, la Santa Sede e San Marino.
«La situazione a Lampedusa è critica e apprezziamo che sia in corso un'azione urgente per riportare l'isola alla normalità. Riconosciamo in pieno le difficoltà causate da un numero molto elevato di persone in arrivo simultaneamente su un'isola piccola dove le capacità di accoglienza sono limitate», ha aggiunto Cardoletti.
In questa situazione di «grave sovraffollamento è prioritario individuare e garantire assistenza adeguata alle persone vulnerabili come, per esempio le persone sopravvissute a violenza e con altre condizioni di fragilità». L'Unhcr, insieme al Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef), e all'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e altre organizzazioni umanitarie, è presente sull'isola per fornire informazioni e assistenza alle persone arrivate a supporto delle autorità.
Occorre tornare, sottolinea Cardoletti, «a un meccanismo di sbarchi che preveda l'utilizzo di navi con maggiore capacità che possano alleggerire la pressione su Lampedusa portando le persone soccorse anche in altre aree di sbarco. Questa soluzione richiede il supporto tempestivo dell'Unione Europea in uno spirito di condivisione delle responsabilità e solidarietà con i paesi di primo approdo». L'Unhcr rinnova quindi «la richiesta di istituire un meccanismo regionale concordato per le procedure di sbarco e ridistribuzione per le persone che arrivano via mare».