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LIBIAIl disastro libico, tra corruzione e negligenza

25.09.23 - 09:55
Già una ventina di anni fa un gruppo di ingegneri svizzeri aveva allertato le autorità del Paese sul possibile crollo delle dighe
IMAGO
Il disastro libico, tra corruzione e negligenza
Già una ventina di anni fa un gruppo di ingegneri svizzeri aveva allertato le autorità del Paese sul possibile crollo delle dighe

TRIPOLI - Nel 2003 un gruppo di ingegneri svizzeri si è recato in Libia per esaminare le due dighe della valle di Derna, nella Libia orientale. Il gruppo giunse alla conclusione che le infrastrutture energetiche erano sovraccariche e raccomandarono di rafforzarle e di costruire una terza diga per alleggerire la pressione. Lo riporta il Wall Street Journal. 

I piani finirono presto nel dimenticatoio. Nel 2011, quando gli americani bombardarono l'edificio presidenziale e destituirono, di fatto, il presidente Moammar Gheddafi, il personale delle società assunte per effettuare delle riparazioni a entrambe le dighe fuggì dal Paese.

Tre anni dopo, la Libia fu divisa in due. I fondi stanziati per la ricostruzione di entrambe le dighe scomparvero prima di poter essere spesi. E i guerriglieri dello Stato islamico presero possesso della valle di Derna. Qualche anno dopo fu la volta di un signore della guerra sostenuto da Mosca a prendere il controllo della regione, impedendo al governo di Tripoli di metter mano sulla gestione delle risorse idriche del Paese.

L'undici settembre di quest'anno - dopo decenni di abbandono - sulle dighe si abbatte il ciclone Daniel, che le distrugge e genera un'onda d'acqua che si abbatte sulla città di Derna, distruggendo interi quartieri e uccidendo più di 6mila persone. 

La catastrofica perdita di vite umane è soltanto l'ultimo dei campanelli d'allarme: la corruzione e l'incuria stanno alimentando un'ondata di rabbia nei confronti dell'amministrazione di Tripoli e - in generale - di quella di molti Paesi del Nordafrica e del Medioriente. Solleva inoltre una serie di interrogativi sulla resistenza delle infrastrutture energetiche agli effetti del cambiamento climatico. 

«La negligenza è stata il preludio dell'intero disastro», ha dichiarato al Wall Street Journal il direttore del Sadeq Institute di Tripoli, Anas El-Gomati. «Il popolo libico è stufo. Vuole vedere un processo trasparente che porti i responsabili a rispondere delle proprie azioni». 

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COMMENTI
 

Tirasass 1 anno fa su tio
Spero che questi popoli si incavolino finalmente e facciano fuori tutti i signorotti locali.

s1 1 anno fa su tio
Un bel minestrone sto articolo. Poche idee e confuse ad arte. Vedo non vedo...

Honghy 1 anno fa su tio
Per chi non. ha capito x i casini passati, presenti e futuri in nord africa e paesi limitrofi deve semplicemente chiedere all'Eliseo

falco8 1 anno fa su tio
la nato, braccio armato dell'impero per tenere sotto controllo l'europa, é la responsabile del disastro e del chaos libico. francia, gb, us e italia dovrebbero pagare caro i costi e le conseguenze di quest'intervento militare per la democrazia (ovvero per il gas ed il petrolio) visto che l'onda di quest'intervento democratico ha portato solo guerra e jihadismo in gran parte dell'africa occidentale. il problema é che ora é troppo tardi, anzi, il paese che ha destabilizzato l'europa aprendo l'autostrada africana dell'immigrazione, ora rischia di diventare anche quello che accoglierà una base militare navale ed aerea russa in puro stile siriano e lentamente l'europa sarà accerchiata da sud, da est e da nord (artide) da paesi ostili ma con mezzi militari che possono far male. i russi ed i cinesi ora fanno ciò che l'impero us ha sempre fatto, basi ovunque sia possibile per tenere sotto controllo e circondare gli avversari.

Bridges 1 anno fa su tio
Risposta a falco8
Esatto. Non poteva esprimerlo in modo migliore. Cordialmente

TonyPalloni 1 anno fa su tio
Risposta a falco8
Itai?ma se geddaf e berlusca erano alleati in affari.Che ringraziasseri francesi con l allora pres. Sarkozy
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