Intanto le famiglie dei rapiti hanno iniziato a fare pressione sul Governo affinché accetti la proposta di Hamas.
GAZA - Intensi raid aerei israeliani sono in corso sulla parte orientale della città di Rafah.
Fonti palestinesi citati da Ynet riferiscono di un «improvviso ingresso via terra nella parte orientale di Rafah» di truppe israeliane. Le stesse fonti segnalano inoltre «interruzioni delle comunicazioni e dell'elettricità».
Intanto, Israele ha deciso di inviare una delegazione al Cairo ma di continuare l'operazione a Rafah. Lo ha fatto sapere l'ufficio del premier citato dai media. «Il gabinetto di guerra - ha detto - ha deciso all'unanimità che Israele continui la sua operazione a Rafah per esercitare pressioni militari su Hamas». Al tempo stesso, ha proseguito, «anche se la proposta di Hamas è lontana dai requisiti necessari per Israele» sarà inviata una delegazione al Cairo «per esplorare la possibilità di raggiungere un accordo in condizioni accettabili per Israele».
Dal canto suo, Ynet citando quanto detto alla Reuters da «una fonte a conoscenza dei dettagli», «Hamas ha accettato la proposta del 27 aprile senza modifiche sostanziali». Secondo la stessa fonte e «contrariamente alle prime reazioni di Israele», il movimento palestinese avrebbe accettato la proposta senza «particolari modifiche» anche se in «Israele lo negano» e «ora c'è una consultazione telefonica dei membri della direzione del gabinetto di guerra», scrive il media israeliano.
Frattanto Khalil al-Hayya, il vice di Yahya Sinwar, il capo di Hamas a Gaza, ha detto in un'intervista ad al Jazeera che Hamas »ha concordato un cessate il fuoco temporaneo nella prima fase dell'accordo».
«Ma all'inizio della seconda fase, che include il rilascio dei soldati israeliani in ostaggio, sarà annunciato - ha spiegato - un cessate il fuoco permanente». I mediatori di Qatar ed Egitto avrebbero promesso - prosegue nell'intervista - che «il presidente Biden sarebbe un garante che l'accordo venga messo in atto».
Dopo l'annuncio di Hamas di aver accettato l'accordo, si è espresso anche il quartier generale delle famiglie per il ritorno dei sequestrati. «Accogliamo con favore l'annuncio di Hamas di promuovere il cessate il fuoco, che promuove il ritorno dei 132 sequestrati che sono stati tenuti prigionieri da Hamas da 7 mesi. Ora è il momento che il governo israeliano dimostri concretamente il suo impegno nei confronti dei suoi cittadini: il governo deve prendere l'accordo di Hamas e trasformarlo in un accordo per il ritorno di tutti i rapiti».
Poco dopo l'annuncio - riporta Ynet - le famiglie dei rapiti hanno iniziato a bloccare le strade a Tel Aviv, in particolare ad Ayalon Nord allo svincolo di Rokah e all'incrocio di Karkur. Successivamente, i manifestanti di Tel Aviv si sono spostati a Derech Begin, prima di bruciare una «enorme clessidra: il governo sta bruciando il tempo dei rapiti nella prigionia di Hamas e ostacolando le transazioni», hanno detto.
Una delle famiglie ha sottolineato che «il governo di Israele ha lasciato che Hamas commettesse un olocausto nelle nostre famiglie. Da 213 giorni i rapiti marciscono nella prigionia di Hamas e il governo guidato da Netanyahu continua a silurare gli accordi».
In un tweet il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha detto di seguire "da vicino gli sviluppi positivi che si stanno verificando negli attuali negoziati per raggiungere una tregua globale nella Striscia di Gaza, e invito tutte le parti a compiere maggiori sforzi per raggiungere un accordo che ponga fine alla tragedia umana che i palestinesi soffrono e il completamento della sostituzione degli ostaggi e dei prigionieri".
Anche il presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen invita la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché si impegni a favore di una proposta di cessate il fuoco a Gaza, mediata da Egitto e Qatar, dopo che Hamas l'ha accettata. Lo riporta l'agenzia di stampa ufficiale palestinese WAFA.
L'appello di Guterres - Il segretario generale delll'Onu, Antonio Guterres, «rinnova il suo pressante appello sia al governo di Israele che alla leadership di Hamas affinché facciano il possibile per realizzare un accordo a Gaza e porre fine alle attuali sofferenze». Lo afferma in una nota il portavoce del Palazzo di Vetro. Guterres «è profondamente preoccupato dalle indicazioni secondo cui un'operazione militare su larga scala a Rafah potrebbe essere imminente. Stiamo già assistendo a movimenti di persone, molte delle quali versano in condizioni umanitarie disperate e sono state ripetutamente sfollate». Il segretario generale ricorda ancora una volta alle parti che la protezione dei civili è fondamentale nel diritto internazionale umanitario.