Il drammatico racconto di Cecilia Sala durante le telefonate con i famigliari. L'Italia convoca l'ambasciatore iraniano a Roma
TEHERAN - Tutt'altro che un «trattamento dignitoso», come dichiarato dalle autorità iraniane, stando al drammatico racconto fatto dalla giornalista italiana Cecilia Sala ai famigliari nei pochi minuti di telefonate concesse dalla direzione del carcere di Evin.
«Dormo per terra, al freddo e mi hanno tolto anche gli occhiali da vista» ha detto ieri alla madre la reporter, come riportato dal Corriere della Sera.
La giornalista, in un'altra conversazione avuta con il padre e il fidanzato, avrebbe riferito che è falso quando il regime di Teheran afferma di averle fatto recapitare dei beni di prima necessità.
Si deduce, quindi, che il famoso pacco portato in carcere dall'ambasciatrice italiana nella capitale iraniana Paola Amedei, nelle mani di Sala non sia mai arrivato.
In una cella «lunga quanto lei sdraiata», la giornalista è costretta a stare tutto il giorno in uno spazio angusto con la luce sempre accesa, senza vedere nessuno, neanche le guardie carcerarie. Il cibo, scadente, le viene passato attraverso una feritoia. Gli alimenti spesso si limitano a dei datteri.
Del resto, sul tipo di trattamento riservato alle detenute del famigerato carcere di Evin, le cronache non hanno mai riportato notizie molto confortanti, in contrasto con quanto vanno dichiarando dal regime delle Guardie rivoluzionarie anche nella fattispecie della detenzione della giornalista italiana.
A Sala viene riservato dagli ayatollah il trattamento noto per chi viene recluso con l'accusa di reati politici, anche se dall'inizio della sua prigionia non è ancora chiaro di quale reato si sia macchiata.
Si fa sempre più convincente l'ipotesi che dietro il suo arresto vi sia un atto di ritorsione di Teheran per l'arresto di Mohammad Abedini-Najafabad, l'iraniano con passaporto svizzero ricercato dall'FBI e arrestato dalle autorità italiane all'aeroporto di Malpensa tre giorni prima del fermo di Cecilia Sala, che anche nelle telefonate di ieri ha implorato i suoi famigliari di «fare presto» e di tirarla fuori di lì.
Sulla sua carcerazione è intervenuto anche nel discorso di fine anno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Intanto, dopo avere appurato quali sono le reali condizioni nelle quali è tenuta in carcere la giornalista, il governo italiano ha convocato l'ambasciatore iraniano a Roma. Durante l'incontro è stata chiesta la «liberazione immediata» e «garanzie totali sulle sue condizioni di detenzione», oltre alla possibilità di ricevere visite consolari da parte della rappresentanza diplomatica italiana a Teheran.