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CONGO

«Sparano ai medici e agli operatori umanitari»

La denuncia di Medici senza frontiere: «Proiettili in sala operatoria durante un'operazione».
Foto AFP
Fonte Medici senza frontiere
«Sparano ai medici e agli operatori umanitari»
La denuncia di Medici senza frontiere: «Proiettili in sala operatoria durante un'operazione».

GOMA - L'ondata di violenza che sta colpendo la parte nord-orientale del Congo non risparmia neanche medici e operatori umanitari. A denunciarlo è Medici senza frontiere.

Spari contro le strutture ospedaliere: un proiettile arriva in sala operatoria - «All'ospedale di Kyeshero, un proiettile ha perforato il tetto della sala operatoria durante un'operazione», ha dichiarato Virginie Napolitano, coordinatrice dell'emergenza di MSF nel Nord Kivu, parlando da Goma.

Scorte di attrezzature e medicinali saccheggiate - «Molte delle nostre scorte di attrezzature e medicinali sono state saccheggiate - racconta - mettendo a rischio il nostro supporto medico dentro e fuori Goma. I saccheggi armati hanno colpito anche i nostri colleghi che vivono a Goma. Uno di loro è stato addirittura colpito da un proiettile nella sua abitazione durante un attacco di questo tipo. Anche altre organizzazioni e strutture mediche sono state colpite da spari. Tutto ciò è assolutamente inaccettabile. MSF continua a ricevere feriti e chiede un accesso umanitario senza ostacoli».

Manca acqua potabile e l'elettricità va e viene - Gli scontri tra i ribelli di M23 e l'esercito governativo stanno avendo un impatto devastante sulla popolazione civile. Nelle città dove è divampato il conflitto manca l'acqua potabile e l'elettricità subisce continue interruzioni.

La massa di sfollati in fuga dalle zone di guerra si sta riversando nei campi intorno a Goma dove da più di due anni si sono rifugiate più di 650mila persone: questo rende ancora più difficoltoso l'intervento umanitario, reso critico anche dal fatto che a causa del conflitto le equipe mediche fanno fatica a raggiungere i campi.

Campi dai quali «oltre ai feriti e ai morti, riceviamo notizie devastanti» spiega Stephan Goetghebuer, responsabile dei programmi di MSF nel Nord Kivu.

«Nel sito per sfollati di Kanyaruchinya, il centro sanitario che sosteniamo continua a funzionare, ma l'équipe ha visto due bambini morire questa settimana perché non è stato possibile indirizzarli a un ospedale» ha raccontato. «L'impatto di questi combattimenti sulla popolazione civile è enorme» ha aggiunto.

Goma isolata dal resto del mondo - Quando i combattimenti tra l'M23, l'esercito congolese e i rispettivi alleati hanno raggiunto il centro di Goma all'inizio della settimana, «il panico ha attanagliato la città e per diversi giorni Goma è stata isolata dal resto del mondo, con le vittime dei combattimenti che continuavano ad affollare le strutture mediche».

Molte donne tra i feriti - Nonostante la situazione, gli operatori di MSF continuano a lavorare «all'ospedale di Kyeshero, che è stato saturato dall'afflusso di feriti, a sostegno dell'ospedale di Ndosho, dove lavorano le équipe del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). Da giovedì sono stati curati 142 pazienti. Solo ieri (28 gennaio) MSF ha ricevuto 37 feriti, di cui la metà civili e la maggior parte donne».

La maggior parte delle ferite «sono state causate da schegge, mentre altri pazienti hanno riportato ferite da proiettile». L'insicurezza, il rischio di saccheggi e la chiusura delle strade «impediscono alle équipe di MSF di rifornire le scorte di cibo, che coprono solo due o tre giorni». L'organizzazione sta però pensando di «inviare nuovamente le équipe in città per valutare le capacità di supporto dopo i saccheggi degli ultimi giorni, con l'obiettivo di rifornire le scorte il più rapidamente possibile e intensificare la fornitura di cure di emergenza».

L'appello di MSF: «Rispettate le regole più elementari del diritto internazionale» - Poi un appello: «Visto il continuo deterioramento della situazione, MSF chiede con urgenza alle parti in conflitto di fare di più per proteggere i civili, di rispettare le regole più elementari del diritto internazionale umanitario, in particolare il rispetto della missione medica, e di garantire l'accesso umanitario per fornire aiuti medici essenziali alla popolazione».

Oltre a Goma, le équipe di MSF sono ancora presenti nelle altre aree del Nord e Sud Kivu colpite dal conflitto.

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