La denuncia di un regista svizzero. Intanto, la legge sul copyright è in ritardo rispetto alla tecnologia. Nel settore prevale l'incertezza.
Il regista svizzero Humbi Entress sente minacciato il lavoro dei creativi. Il motivo? Uno spot realizzato da Vodafone in Germania, e creato esclusivamente con l'aiuto dell'intelligenza artificiale (IA), presenta notevoli somiglianze con un suo lavoro di tre anni precedente. «Alcune riprese sono una copia 1:1», ha dichiarato a 20 Minuten. Dimostrarlo, tuttavia, non è cosa semplice.
Lo spot della compagnia telefonica è stato realizzato dalla rinomata casa di produzione tedesca Lipstick Berlin, sotto la direzione di Sebastian Strasser.
Entress e l'Associazione dei registi tedeschi hanno cercato per lungo tempo di contattare Strasser e di metterlo di fronte alle accuse, ma senza successo. Per attirare l'attenzione, ha postato entrambi i video su Instagram per confrontarli, scatenando un acceso dibattito.
Quando 20 Minuten ha scritto a Strasser e alla Lipstick per una dichiarazione, Entress ha improvvisamente ricevuto una risposta. E ha avuto anche una conversazione telefonica con Strasser: «Mi ha assicurato di non aver mai visto il mio spot. Tuttavia, non poteva escludere la possibilità che l'AI ne avesse inconsapevolmente copiato alcuni elementi».
Anche Vodafone ha commentato l'accaduto: «Il direttore responsabile ci ha spiegato nel dettaglio il processo di creazione supportato dall'IA. Riteniamo quindi che si sia trattato di un malinteso». Entress, nel frattempo, ha cancellato il post su Instagram.Un settore in subbuglio - Il dibattito suscitato sta però facendo discutere il settore dei creativi. «Gli artisti sono lasciati indifesi e soli: il nostro lavoro viene copiato dall'IA senza che ci si possa difendere», afferma Entress. Con l'aumento dell'uso delle intelligenze artificiali, sta diventando sempre più difficile contestare legalmente le presunte copie. «Quando si tratta di diritti d'autore, non c'è praticamente ancora strada da intraprendere», continua Entress. «Se si trattasse di una produzione tradizionale, i diritti sarebbero chiaramente regolamentati, ma l'IA aggira questi problemi in un modo che non è ancora stato chiarito».
Nello specifico: non è chiaro da dove provengano i dati e da dove l'IA prenda le informazioni. Finché non ci saranno norme giuridiche chiare, i professionisti della creatività vivranno nell'incertezza. «L'unica cosa che ci resta al momento è insistere sull'etica dei registi», afferma Entress.
Cosa dice l'Associazione svizzera dei registi - Anche l'Associazione svizzera dei registi ARF/FDS osserva gli sviluppi con preoccupazione: «L'IA viene già utilizzata, ma l'attuale legge sul diritto d'autore deve essere applicata ai fornitori globali di IA. Tuttavia, al momento mancano i precedenti», viene spiegato. «Secondo un recente studio, i sistemi di IA hanno ottenuto i loro set di dati attraverso violazioni del copyright e si continuano a utilizzare opere protette da copyright per addestrare l'IA. I dati raccolti per le applicazioni di IA sono quindi sistematicamente costituiti da opere protette da copyright, senza licenze d'uso e senza un adeguato compenso».
Al momento, il problema principale è dimostrare che sia stata effettivamente sfruttata un'opera protetta: «Questo aspetto deve essere chiarito dai tribunali caso per caso». Ciò, tuttavia, comporta un notevole esborso economico e, nella maggior parte dei casi, non ne vale la pena.
Questa è la situazione legale in Svizzera - La situazione legale in Svizzera per quanto riguarda l'IA e il diritto d'autore è attualmente poco chiara. La legge sul diritto d'autore regola la protezione delle opere letterarie e artistiche. Un criterio fondamentale per la protezione del diritto d'autore è che si tratti di una «creazione intellettuale con carattere individuale» basata sulla creatività umana. Le opere create esclusivamente dall'IA sembrano insomma giocare un campionato a parte, con regole ancora da definire.