L'incontro in Arabia Saudita non porterà niente di buono all'Ucraina, secondo il politologo Petro Oleschuk
KIEV - Come è stato vissuto in Ucraina il meeting tra Stati Uniti e Russia? Come sono state interpretate a Kiev le parole che sono arrivate dall'Arabia Saudita martedì? L'agenzia di stampa Unian lo ha chiesto al politologo e docente universitario Petro Oleschuk.
"Disgelo" pericoloso per gli stessi interessati - Oltre a fare una serie d'ipotesi legate alla cessazione delle ostilità e all'interpretazione dell'espressione "risoluzione del conflitto" usata dal segretario di Stato Usa Marco Rubio, Oleschuk si esprime su quanto potrebbe essere pericoloso per l'Ucraina un "disgelo" nei rapporti tra Washington e Mosca. «È pericoloso innanzitutto per gli Stati stessi. Dopotutto, nel caso della Russia, le ambasciate sono prima di tutto degli agenti. E cosa ci faranno lì gli agenti russi, lo si può solo immaginare».
Mossa Usa nociva «per il mondo intero» - Sembrerebbe quindi che si vada incontro alla rottura dell'isolamento diplomatico, mantenuto dall'Occidente in maniera più o meno granitica dallo scoppio della guerra. «In effetti, gli Stati Uniti stanno dicendo: aggressione, terrorismo, genocidio sono normali se sei un grande paese e noi siamo pronti a mantenere relazioni con te. Ciò avrà conseguenze estremamente negative per il mondo intero. Ma sembra che l'amministrazione Trump sia completamente d'accordo con tutto questo».
Ucraina di fronte al fatto compiuto - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di non essere stato informato dell'esito dell'incontro e di averne appreso i contenuti dai media. «Gli Stati Uniti hanno considerato questo incontro come una questione che riguardava i loro rapporti con la Russia. Credono che risolveranno tutte le contraddizioni tra loro. E poi semplicemente metteranno l'Ucraina di fronte al fatto compiuto» ha aggiunto Oleschuk. L'approccio non è differente da quello che Trump ha mostrato, in queste settimane, nei confronti della Danimarca, del Canada e via di seguito. «Secondo lui, tutti i problemi dovrebbero essere risolti tra le grandi potenze: Stati Uniti, Russia e Cina. E i piccoli Stati dovrebbero solo ascoltare la volontà degli Stati più grandi e attuarla».
Concessioni sì, ma non per Kiev - Quelle del Cremlino potrebbero essere al massimo «concessioni simboliche» che permetteranno a Russia e Usa di dire che le parti hanno trovato una soluzione. «Ma tutti questi punti non valgono per l'Ucraina. Si tratta puramente di una questione di relazioni tra Russia e America. Putin ha una posizione di principio ed è pronto a fare diverse concessioni. Ma solo per quanto riguarda gli Usa. Non farà alcuna concessione verso l'Ucraina».
Le considerazioni di Oleschuk sono peraltro precedenti alle veementi parole di Donald Trump nei confronti di Volodymyr Zelensky, bollato come «dittatore mai eletto e comico mediocre». Frasi che non preannunciano niente di buono per l'Ucraina.