Il post su Facebook del sergente Mifsud fa infuriare il figlio della blogger Daphne Caruana Galizia
LA VALLETTA - Divampa la polemica a Malta dopo l'uccisione della giornalista Daphne Caruana Galizia, la cui auto è esplosa ieri pomeriggio. Ramon Mifsud, uno dei sergenti della polizia isolana che avrebbe dovuto indagare sul caso, ha postato questa frase su Facebook: «Alla fine tutti hanno quello che si meritano, sono contento :)».
Un post che ha fatto infuriare Matthew Caruana Galizia, figlio della blogger ed egli stesso giornalista investigativo: «Poche ore dopo, mentre quel clown di primo ministro stava facendo dichiarazioni al Parlamento su una giornalista che per più di dieci anni ha demonizzato e aggredito, uno dei sergenti di polizia che dovrebbe investigare sull'omicidio, Ramon Mifsud, ha postato questo su Facebook...Sì, ecco il nostro Paese: uno Stato di mafia dove puoi cambiare sesso sulla tua carta di identità (grazie a Dio) ma puoi anche saltare in aria solo perché eserciti i tuoi diritti basilari. Come ci siamo arrivati?».
Il giovane è stato il primo ad arrivare sul luogo dell'esplosione: «Non dimenticherò mai quella corsa nei campi divenuti un inferno, cercavo un modo per aprire la portiera dell'auto, il clacson che suonava... Urlavo ai due poliziotti di usare l'unico estintore che tenevano in mano. Ho guardato a terra, c'erano pezzi del corpo di mia madre dappertutto. Ho capito che avevano ragione, non c'era più niente da fare. 'Chi c'è in macchina?', mi hanno chiesto. Mia madre, ho risposto. È morta. È morta per la vostra incompetenza».
Caruana Galizia se l'è presa direttamente con il premier, Joseph Muscat: «Mia madre è stata assassinata perché si è trovata in mezzo tra la legge e coloro che cercano di violarla, come molti altri giornalisti coraggiosi. Ma è stata colpita anche perché era l'unica a farlo. Ecco cosa accade quando le istituzioni dello Stato sono incapaci: l'ultima persona che rimane in piedi spesso è un giornalista. E quindi è la prima persona che deve morire».